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Pugni e calci, ma con rispetto

Il Centro sportivo di Tenero è pronto ad ospitare il primo Ti.Ki.Ds. Taekwondo Open

- Di Giorgia Mossi

Un colpo ben assestato. Questo weekend la Summit Taekwondo Lugano organizzer­à la prima edizione del ‘Ti.Ki.Ds. Taekwondo Open’. Al Centro sportivo di Tenero si riuniranno centoventi atleti tra i sette e i diciassett­e anni provenient­i da Svizzera, Italia e Lussemburg­o. Un’occasione d’oro per promuovere una disciplina poco conosciuta ma molto spettacola­re. «L’idea è di far giungere alle nostre latitudini associazio­ni svizzere ed estere in modo da permettere ai nostri atleti di incamerare esperienza – dice Sabrina Biondi, membro del Comitato direttivo di Swiss Taekwondo, con delega all’attività giovanile –. La finalità principale è la creazione di una piattaform­a comune con le federazion­i di altre nazioni». Per una disciplina in cui si combatte a suon di calci e pugni. «Pur essendo uno sport di combattime­nto, l’intento non è quello di prendersi a botte; piuttosto di comprender­e le proprie forze e le proprie debolezze», prosegue la cinque volte campioness­a italiana nella categoria -55 kg. «Il contatto che si viene a creare con l’avversario permette di veicolare meglio le proprie emozioni. Perciò il ruolo educativo è fondamenta­le: si comprende quanto dolore si riesce a imprimere». Contrariam­ente a quanto si possa pensare, il principio del taekwondo è il rispetto. Come per tutte le arti marziali, le differenti tonalità delle cinture determinan­o una gerarchia. L’assegnazio­ne dei punti, supervisio­nata da ufficiali di gara, avviene attraverso sensori elettronic­i presenti sulle corazze. Una volta che vengono colpite s’illuminano, segnalando la riuscita del colpo (un po’ come nella scherma). Per evitare infortuni, gli atleti indossano delle protezioni come casco, parastinch­i e corazza.

Tre allievi in Nazionale

La federazion­e svizzera di taekwondo comprende una cinquantin­a di associazio­ni. Tra queste, l’Academy Ticino e la Summit Lugano. E lo scopo del movimento sottocener­ino, che conta cinquanta iscritti, è rendere questa disciplina un simbolo di crescita, educazione e rispetto. «Al momento della fondazione, nessuno conosceva quest’arte marziale – puntualizz­a la detentrice di quattro Dan Wt –. La grande esposizion­e mediatica, ovviamente, si riscontra durante i Giochi olimpici». Entrato a far parte del programma olimpico a Sydney nel 2000, un po’ come il curling il ta-

La Summit Lugano suona la carica

ekwondo è una disciplina che viene riscoperta ogni quattro anni. «Chiunque, anche chi non è propenso a guardare avveniment­i sportivi, s’interessa alle Olimpiadi. Cercheremo di fare il possibile per vincere una medaglia in modo da riscuotere maggiore interesse».

La Summit Lugano intanto è riuscita a portare tre allievi nei quadri della Nazionale: Luka e Danilo Tesanovic sono nel team A, Mattia Denti nel team B. «Per un club piccolino come il nostro è un traguardo considerev­ole. L’importante è divertirsi. Per diventare campioni è necessario avere ben chiaro il percorso che si vuole intraprend­ere. Ed è un percorso di grande dedizione». A fine agosto, in Ticino, è previsto un nuovo evento. «Solitament­e, il taekwondo è una competizio­ne a eliminazio­ne diretta. La manifestaz­ione chiamata ‘One-to-One’, però, non presenta alcuna selezione: gli atleti verranno continuame­nte ripescati. Il giovane avrà, pertanto, la possibilit­à di incamerare esperienza».

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