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Sadiku spezza l’incantesim­o

Il gol dell’albanese muta le coordinate di una sfida sin lì molto difficile per il Lugano. Un successo atteso dal 28 ottobre.

- Dall’inviato Sebastiano Storelli

Lucerna – Ci sono partite che fin dai primi secondi di gioco sembrano segnate. La traversa scossa da Schürpf dopo appena 53” avrebbe potuto stravolger­e i contenuti tecnico-tattici della sfida. Ma non lo ha fatto, perché il pallone, dopo aver sbattuto sulla faccia inferiore, è rimbalzato ampiamente in campo. Ed è forse stato quello il primo seme sotterrato dai bianconeri, sul pesante prato della Swissporar­ena, e che ha portato alla rinascita di un Lugano messo sotto nei 20’ iniziali, ma uscito alla distanza per centrare un successo atteso da otto turni (28 ottobre 2018). Mi piego ma non mi spezzo, insomma... «Abbiamo sofferto l’aggressivi­tà, il gioco diretto e fisico – ha commentato Fabio Celestini a fine partita –. Un quarto d’ora difficile, con quel pizzico di fortuna che altre volte ci era venuto a mancare. La buona sorte, però, occorre provocarla e io sono sempre rimasto tranquillo, perché vedevo una squadra che aveva voglia di lottare per rimanere in partita». Cinque occasioni (Schürpf, Eleke due volte, Demashaj e Schneuwly) più o meno clamorose per il Lucerna, poi nella prima occasione in cui il Lugano ha portato la palla in area avversaria con un’azione manovrata, il centro pennellato di Junior è andato a trovare l’inseriment­o di Sadiku sul secondo palo per il gol del vantaggio. Una doccia fredda che ha mutato le coordinate del confronto. La squadra di Celestini ha preso fiducia, ha guadagnato metri e possesso palla, mentre i padroni di casa hanno perso punti di riferiment­o e certezze, tanto che da lì in poi si sono resi pericolosi una sola volta con Demashaj

Mirko Salvi e pallone in porta, Armando Sadiku si appresta a festeggiar­e il gol dello 0-1

al 58’. Come dire che il gol di Sadiku (il primo in bianconero dal 20 maggio 2017) ha rappresent­ato una sorta di déclic... «Se lo è stato lo capiremo nelle prossime settimane. Posso però dire che non si è trattato di un successo casuale. Spero che la squadra prenda coscienza dell’importanza, al di là di aspetti tattici o tecnici, dello spirito con il quale bisogna scendere in campo. Credo sia questa la lezione da trarre da questa serata. Sapevamo che ci sarebbe stato da lottare, da morire in campo per il compagno, per la maglia, per la società. Poi il calcio si gioca sugli episodi, ma quando la mentalità che sorregge la prestazion­e

è quella giusta, la ruota gira più facilmente a favore». E lo fa a prescinder­e da un assetto tattico inusuale (difesa a quattro) e da alcune novità negli uomini (in particolar­e l’esordio di Kecskes in mezzo alla difesa, ma pure un Sadiku non ancora al 100% della condizione). E, per una volta, con un portiere che ha fatto la differenza in positivo, a maggior ragione in un confronto diretto con il tante volte rimpianto ex bianconero Mirko Salvi, insicuro in occasione di tutte e tre le reti. Domenica a Cornaredo arriva l’Yb, avversario ideale per dimostrare di aver finalmente imboccato la strada giusta...

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