Pokerissimo per la coppia d’assi
Marcel Hirscher e Mikaela Shiffrin conquistano il loro 5° titolo mondiale vincendo gli slalom conclusivi ad Are
Si sono chiusi come tutti si aspettavano i Mondiali di Are, ossia con le medaglie d’oro di coloro che ormai da anni stanno dominando il Circo Bianco e che rappresentano il presente (e il futuro) dello sci alpino, per talento e per carisma, a maggior ragione dopo un’edizione iridata che ha segnato anche l’addio di due campionissimi come Lindsey Vonn e Aksel Lund Svindal. Sì, Mikaela Shiffrin e Marcel Hirscher hanno dato l’ennesima lezione ai loro avversari, i quali hanno provato a star loro vicini, ma alla fine si sono dovuti inchinare allo strapotere dei due fuoriclasse, entrambi al quinto titolo iridato. A differenza della statunitense, l’austriaco ha messo le mani sul suo terzo oro mondiale nella specialità (come il grande Ingemar Stenmark) e sulla sua nona medaglia in carriera (come Pirmin Zurbriggen e Aksel Lund Svindal, glie ne mancano tre per raggiungere il recordman Kjetil André Aamodt) facendo la differenza già nella prima manche, durante la quale ha lasciato tutti a oltre un secondo, eccezion fatta per il francese Alexis Pinturault, 2° a 0”56. Quest’ultimo (alla fine solo 4°) ha però commesso un grave errore nella seconda discesa e così il 29enne di Annaberg – che dopo la gara ha affermato che potrebbero essere stati «i miei ultimi Mondiali» – ha potuto gestire l’ampio margine, regalando il primo oro della rassegna iridata all’Austria, precedendo i connazionali Michael Matt (+0”65) e Marco Schwarz (+0”76). Poche soddisfazioni e tanti rimpianti per i colori rossocrociati, con in particolare Daniel Yule e Ramon Zenhäusern che hanno commesso più o meno lo stesso errore durante la prima manche quando stavano viaggiando su ottimi tempi: il primo non è riuscito a evitare l’uscita di pista, il secondo si è invece salvato chiudendo la prova al 12° posto, prima di risalire la china grazie a un’ottima seconda discesa e chiudere quinto a 20 centesimi dal podio.
«Peccato, ero in forma, ma sono comunque contento di essere riuscito a dare il massimo nella seconda manche dopo l’errore nella prima», ha dichiarato Zenhäusern. Settimo e migliore degli elvetici dopo la prima manche, il vallesano Loic Meillard non è invece riuscito a confermarsi nella seconda e alla fine ha chiuso 14°.
Holdener: ‘Volevo vincere’
L’atleta di Vail dal canto suo ha dovuto sudare un po’ di più del collega “marziano”, forse anche perché, debilitata dall’influenza, nella prima manche ha deciso di non forzare troppo la mano e si è
“accontentata” del terzo rango a 15 centesimi dalla migliore, Wendy Holdener. Poi però nella seconda discesa ha scatenato tutti i suoi cavalli rifilando oltre mezzo secondo a tutte (miglior tempo di manche) e andando a prendersi davanti alla svedese Anna Swenn Larsson (prima medaglia per i padroni di casa), e alla slovacca Petra Vlhova (che ha così completato il suo personale tris di “colori” iridati), il suo quarto titolo mondiale consecutivo tra i paletti stretti nonché il secondo nella località dopo quello di super-G (oltre al bronzo in gigante). Un record in slalom che l’avvicina, a soli 23 anni (24 il prossimo 13
marzo), alla tedesca Christl Cranz, capace negli anni 30 di conquistare cinque ori filati in combinata (’34, ’35, ’37, ’38 e ’39), centrando anche quello olimpico a Garmisch ’36. E la Holdener? La svittese ancora una volta non ha retto la pressione, commettendo un grave errore dopo appena cinque porte e chiudendo 17ª. «Volevo vincere – le parole della 25enne di Unteriberg, che lascia comunque la Svezia con due ori, in combinata e nel Team Event –. Certo, uscire così fa male, ma dal boato del pubblico ho capito che la svedese era salita sul podio e mi sono detta che, pur essendo davanti, avrei
dovuto rischiare per provare a vincere. In ogni caso ho passato due settimane incredibili ad Are, dove ho conquistato due medaglie d’oro che porto con grande piacere a casa». Da notare che la Svizzera ha chiuso al comando nel medagliere assieme alla Norvegia con due ori, un argento e un bronzo, con le medaglie individuali arrivate tutte al femminile (oro di Holdener in combinata e argento e bronzo di Corinne Suter in discesa e super-G), mentre l’Austria per la prima volta dall’edizione casalinga del 1982 a Schladming non è salita nemmeno una volta sul podio tra le donne.