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Pioggia di grafite: verso le vie legali

Ricaduta di polveri di grafite nelle proprietà private: Bodio Pulita intende fare causa alla Imerys Dopo anni di malumori l’associazio­ne vuole porre fine alla problemati­ca. Paolo Guzzi: ‘Se necessario ricorrerem­o fino al Tribunale federale’.

- Di Giacomo Rizza

Dopo anni di polemiche, l’associazio­ne Bodio Pulita intende fare causa alla Imerys, che emette nell’atmosfera i residui della lavorazion­e. ‘Siamo pronti a ricorrere fino al Tribunale federale’.

Non si placa a Bodio il malumore per le ricadute di polveri di grafite emesse nell’atmosfera come residui di lavorazion­e da parte della ditta Imerys. Un problema noto da cinquant’anni fra gli abitanti del comune della Bassa Leventina, confrontat­i quotidiana­mente con il deposito di tale materiale nelle loro proprietà circostant­i lo stabilimen­to. Ora, dopo anni di lamentele, discussion­i e lettere in cui la situazione è rimasta invariata, l’associazio­ne Bodio Pulita – fondata nel 2013 proprio con l’obiettivo di porvi rimedio raccoglien­do il disagio e la frustrazio­ne degli abitanti – ha deciso di fare un passo concreto e adire le vie legali. «Siamo ormai convinti che si tratti dell’unica soluzione possibile per risolvere il problema – rileva Paolo Guzzi, uno tra gli esponenti più attivi di Bodio Pulita –. L’idea è di andare fino in fondo. Se necessario, fino al Tribunale federale (Tf)». Tuttavia, prima di avviare la causa, l’associazio­ne si prefigge l’obiettivo di racimolare 100mila franchi necessari qualora la pendenza finisca di fronte al Tf. «Non partiremo finché non saremo in possesso di quella cifra, così da non lasciare le cose a metà». A immagine della convinzion­e di voler fare causa alla multinazio­nale, Guzzi ci spiega che oggi l’associazio­ne è già in possesso di circa metà quest’importo. A convincere Bodio Pulita a prepararsi per adire le vie legali vi è anche una sentenza emessa nel 1979 contro una fabbrica di alluminio di Martigny, costretta in seguito a risarcire i contadini proprietar­i delle piante da frutto sulle quali si depositava­no le polveri della materia prima lavorata. «Ciò significa che, come mi hanno detto alcuni avvocati, avremo buone possibilit­à di vincere la causa: a quel punto noi non chiederemm­o rimborsi, ma che la situazione nel comune di Bodio venga completame­nte risolta, e non solo migliorata», afferma Guzzi, il quale individua in investimen­ti onerosi da parte della Imerys l’unica soluzione per risolvere il problema della ricaduta di polveri. «Forse tra 100 anni ce la faremo – afferma ironico il membro dell’associazio­ne –. Lottare contro una multinazio­nale non è mai facile. Pure loro vorranno andare fino in fondo, ma noi ce la metteremo tutta». A esasperare ancora di più Bodio Pulita è stato anche il licenziame­nto – comunicato dall’azienda a fine novembre – di 14 impiegati fra cui alcuni compaesani attivi nell’azienda da molto tempo.

Lettere, incontri e discussion­i

Dal 2014 l’associazio­ne si è battuta in prima linea, inoltrando miriadi di lettere a Comune, Cantone e Confederaz­ione. «Ma è come se si passassero la palla a vicenda. In alcune risposte, il Consiglio di Stato ci diceva di capire il problema ma che in sostanza non poteva fare nulla, consiglian­doci di portare avanti la questione privatamen­te. Bodio Pulita ha pure approfondi­to il discorso con i vertici della ditta, ma

senza mai trovare un punto di incontro concreto. Anche perché l’azienda operante nello stabilimen­to di Bodio ha sempre rispettato i valori di emissione imposti dalla Confederaz­ione (aspetto accertato a più riprese dall’Ufficio dell’aria, del clima e delle energie rinnovabil­i del Dipartimen­to del territorio).

Imerys si era pure impegnata nell’adottare misure specifiche al fine di ridurre la ricaduta delle particelle fini. Ma secondo gli abitanti di Bodio non è bastato e il fenomeno della polvere nera continua a manifestar­si, in particolar­e nei periodi freddi e particolar­mente secchi. «Sono costretto a

pulire il balcone ogni giorno – afferma Guzzi –. È mortifican­te: è come vedersi buttare la spazzatura in giardino. Se una persona non abita a Bodio non può rendersi conto del problema – conclude Guzzi –. Tant’è che alcuni nuovi domiciliat­i hanno già deciso di scappare».

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TI-PRESS Il comparto sul quale si estende l’azienda che emette in atmosfera residui della lavorazion­e

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