L’opposizione albanese lascia il parlamento
Tirana – Precipita la crisi politica in Albania. I deputati dell’opposizione – 62 su 140 in parlamento – si sono dimessi dall’Assemblea nazionale. Una forzatura che vorrebbe portare alle dimissioni del governo e a elezioni anticipate. È stato il gruppo parlamentare del Partito democratico, principale formazione del centrodestra guidata da Lulzim Basha, ad annunciare la decisione, alla quale si sono uniti anche i leader degli altri piccoli partiti alleati, e in serata anche il Movimento socialista per l’integrazione (Lsi), il secondo più grande gruppo parlamentare dell’opposizione. “È una decisione – ha spiegato Basha – presa in risposta al messaggio di numerosissimi cittadini che hanno preso parte alla protesta di sabato scorso”. Una manifestazione caratterizzata da ripetuti scontri fra dimostranti (che hanno assaltato a più riprese il palazzo di governo) e le forze dell’ordine, che hanno risposto con idranti e lacrimogeni. La maggioranza tuttavia non intende cedere, e il braccio di ferro fra i due principali schieramenti apre a scenari imprevedibili. Il premier socialista Edi Rama, al secondo anno di mandato, esclude ogni ipotesi di dimissioni e di convocare il voto anticipato. Tanto da aver chiesto ai parlamentari del suo gruppo di proseguire normalmente i preparativi per le amministrative di fine giugno, alle quali l’opposizione potrebbe non partecipare. “Rinunciare ai mandati parlamentari è un ballo in maschera di Basha, una forma di boicottaggio della prossima tornata elettorale”, ha sostenuto Rama. In aula il premier può contare su 78 seggi, che formalmente gli permetterebbero di governare, senza però riuscire a realizzare le riforme che richiedono una maggioranza assoluta. Per il prossimo giovedì è stata annunciata una nuova manifestazione delle opposizioni. L’acuirsi della crisi rischia però di far perdere al Paese anche l’occasione di ottenere, il prossimo giugno, l’apertura dei negoziati di adesione all’Ue, considerato lo scetticismo di molti Paesi membri circa l’idoneità di Tirana a farvi parte.