La Bassa Leventina alza la voce
Al posto del referendum una petizione per il rilancio delle Tre Valli e la salvaguardia dei terreni agricoli Il testo è promosso anche da Biasca, Riviera e dall’Unione contadini ticinesi ed è sostenuto da tutto l’Alto Ticino. L’auspicio è che l’appoggio a
Far sentire forte la voce delle valli dell’Alto Ticino. È con questo obiettivo che il gruppo di lavoro composto da tutti i Comuni della Bassa Leventina (Personico, Bodio, Giornico e Pollegio), Biasca, Riviera e dall’Unione contadini ticinesi (Uct) lancia oggi la petizione popolare “Per il rilancio delle Tre Valli e delle zone industriali dismesse salvaguardando i terreni agricoli del Ticino”. L’idea di una raccolta firme, ricordiamo, era stata annunciata settimana scorsa escludendo il referendum contro lo stanziamento di 100 milioni da parte del Cantone in vista del nuovo progetto di officina ferroviaria che sorgerà a Castione. Ieri i promotori hanno illustrato alla stampa i contenuti del testo composto da tre appelli rivolti ad altrettante istanze: le autorità federali, le Ffs e il governo ticinese. Il primo è rivolto a Consiglio e assemblea federale affinché procedano in tempi brevi – anticipando quelli che erano i tempi previsti dalla politica federale, ossia dopo il 2035 – a stanziare i crediti necessari e a completare il tracciato di AlpTransit fra Pollegio e Bellinzona, in particolare per realizzare sia il binario di sorpasso in direzione sud (la cui assenza obbliga oggi i treni merci a transitare e sostare attraverso Biasca), sia lo scambio non a livello in zona Giustizia (il cosiddetto salto a montone). Il secondo appello è rivolto alle Ffs, innanzitutto affinché non facciano più transitare i merci attraverso Biasca, se non per quanto strettamente necessario, e garantiscano un traffico passeggeri che risponda alle attese della popolazione delle Tre Valli. A preoccupare in principal modo i Comuni della regione è l’intenzione delle Ffs di spostare dopo il 2024 da Biasca ad Arbedo-Castione il capolinea nord dei treni Tilo, che di fatto taglierebbe fuori dai collegamento regionale con i centri urbani le Tre Valli. Alle Ferrovie viene anche chiesto che sfruttino per tutti i progetti futuri a livello cantonale le zone industriali già esistenti e, nel caso in cui la perdita di terreno agricolo fosse inevitabile, trovino preventivamente un compenso reale uno a uno coinvolgendo l’Unione contadini. Altra richiesta già entrata nel vivo è infine la collaborazione con l’Uct nell’individuare i compensi reali dei terreni agricoli che verranno sacrificati ad Arbedo-Castione. Due riunioni già effettuate stanno infatti permettendo di andare in questa direzione. Il terzo appello mira al Consiglio di Stato affinché realizzi, come chiesto dal Gran Consiglio stanziando i 100 milioni, un piano di sviluppo industriale della zona ex Monteforno (dove Bodio, Giornico e Personico puntavano a far trasferire le Officine Ffs) d’intesa con l’Ente regionale sviluppo, i Comuni e la Commissione regionale dei trasporti. Al CdS la petizione chiede anche di sviluppare l’opzione Biasca quale stazione terminale del traffico ferroviario regionale e di concretizzare la fermata Tilo di Osogna-Cresciano.
Possono firmare tutti
Anche in considerazione della valenza sovraregionale di alcune richieste, la petizione apartitica potrà essere firma-
ta da tutti gli interessati, indipendentemente dal domicilio e dal luogo di residenza, nonché dall’età (anche chi non ha diritto di voto può dare il proprio sostegno). Il gruppo di lavoro “Rilancio Tre Valli e salvaguardia agricoltura” distribuirà oggi i formulari per la raccolta firme a tutte le cancellerie comunali delle Tre Valli (scaricabili anche dai siti internet dei Comuni). Previste anche raccolte di sottoscrizioni direttamente sul territorio da qui al 30 aprile, termine d’inoltro dei formulari fissato dai promotori.
Esplicitata inoltre l’intenzione di dare la possibilità di firmare online, tramite un’apposita piattaforma per le petizioni elettroniche. La storia insegna che quando le Tre Valli sono chiamate a unirsi per rivendicare i propri diritti, la popolazione risponde presente. Un esempio sono le quasi 6’000 firme raccolte nel 2014 a difesa degli ospedali di Acquarossa e di Faido o, più recentemente, le oltre 7’600 firme per salvare (con successo) l’Infocentro di Pollegio dalla possibile demolizione. L’auspicio
del gruppo di lavoro è però che il sostegno giunga non solo dai comuni delle Tre Valli, bensì anche dal resto del cantone e in primis dalla Città di Bellinzona (che sottostà allo stesso Ente regionale di sviluppo delle valli). Città che nell’ambito del progetto delle Ffs investe 20 milioni per diventare comproprietaria, assieme al Cantone, di 45mila metri quadrati del sedime che attualmente ospita le Officine con lo scopo di sviluppare un quartiere-modello con un parco tecnologico.