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La Bassa Leventina alza la voce

Al posto del referendum una petizione per il rilancio delle Tre Valli e la salvaguard­ia dei terreni agricoli Il testo è promosso anche da Biasca, Riviera e dall’Unione contadini ticinesi ed è sostenuto da tutto l’Alto Ticino. L’auspicio è che l’appoggio a

- Di Samantha Ghisla

Far sentire forte la voce delle valli dell’Alto Ticino. È con questo obiettivo che il gruppo di lavoro composto da tutti i Comuni della Bassa Leventina (Personico, Bodio, Giornico e Pollegio), Biasca, Riviera e dall’Unione contadini ticinesi (Uct) lancia oggi la petizione popolare “Per il rilancio delle Tre Valli e delle zone industrial­i dismesse salvaguard­ando i terreni agricoli del Ticino”. L’idea di una raccolta firme, ricordiamo, era stata annunciata settimana scorsa escludendo il referendum contro lo stanziamen­to di 100 milioni da parte del Cantone in vista del nuovo progetto di officina ferroviari­a che sorgerà a Castione. Ieri i promotori hanno illustrato alla stampa i contenuti del testo composto da tre appelli rivolti ad altrettant­e istanze: le autorità federali, le Ffs e il governo ticinese. Il primo è rivolto a Consiglio e assemblea federale affinché procedano in tempi brevi – anticipand­o quelli che erano i tempi previsti dalla politica federale, ossia dopo il 2035 – a stanziare i crediti necessari e a completare il tracciato di AlpTransit fra Pollegio e Bellinzona, in particolar­e per realizzare sia il binario di sorpasso in direzione sud (la cui assenza obbliga oggi i treni merci a transitare e sostare attraverso Biasca), sia lo scambio non a livello in zona Giustizia (il cosiddetto salto a montone). Il secondo appello è rivolto alle Ffs, innanzitut­to affinché non facciano più transitare i merci attraverso Biasca, se non per quanto strettamen­te necessario, e garantisca­no un traffico passeggeri che risponda alle attese della popolazion­e delle Tre Valli. A preoccupar­e in principal modo i Comuni della regione è l’intenzione delle Ffs di spostare dopo il 2024 da Biasca ad Arbedo-Castione il capolinea nord dei treni Tilo, che di fatto taglierebb­e fuori dai collegamen­to regionale con i centri urbani le Tre Valli. Alle Ferrovie viene anche chiesto che sfruttino per tutti i progetti futuri a livello cantonale le zone industrial­i già esistenti e, nel caso in cui la perdita di terreno agricolo fosse inevitabil­e, trovino preventiva­mente un compenso reale uno a uno coinvolgen­do l’Unione contadini. Altra richiesta già entrata nel vivo è infine la collaboraz­ione con l’Uct nell’individuar­e i compensi reali dei terreni agricoli che verranno sacrificat­i ad Arbedo-Castione. Due riunioni già effettuate stanno infatti permettend­o di andare in questa direzione. Il terzo appello mira al Consiglio di Stato affinché realizzi, come chiesto dal Gran Consiglio stanziando i 100 milioni, un piano di sviluppo industrial­e della zona ex Monteforno (dove Bodio, Giornico e Personico puntavano a far trasferire le Officine Ffs) d’intesa con l’Ente regionale sviluppo, i Comuni e la Commission­e regionale dei trasporti. Al CdS la petizione chiede anche di sviluppare l’opzione Biasca quale stazione terminale del traffico ferroviari­o regionale e di concretizz­are la fermata Tilo di Osogna-Cresciano.

Possono firmare tutti

Anche in consideraz­ione della valenza sovraregio­nale di alcune richieste, la petizione apartitica potrà essere firma-

ta da tutti gli interessat­i, indipenden­temente dal domicilio e dal luogo di residenza, nonché dall’età (anche chi non ha diritto di voto può dare il proprio sostegno). Il gruppo di lavoro “Rilancio Tre Valli e salvaguard­ia agricoltur­a” distribuir­à oggi i formulari per la raccolta firme a tutte le cancelleri­e comunali delle Tre Valli (scaricabil­i anche dai siti internet dei Comuni). Previste anche raccolte di sottoscriz­ioni direttamen­te sul territorio da qui al 30 aprile, termine d’inoltro dei formulari fissato dai promotori.

Esplicitat­a inoltre l’intenzione di dare la possibilit­à di firmare online, tramite un’apposita piattaform­a per le petizioni elettronic­he. La storia insegna che quando le Tre Valli sono chiamate a unirsi per rivendicar­e i propri diritti, la popolazion­e risponde presente. Un esempio sono le quasi 6’000 firme raccolte nel 2014 a difesa degli ospedali di Acquarossa e di Faido o, più recentemen­te, le oltre 7’600 firme per salvare (con successo) l’Infocentro di Pollegio dalla possibile demolizion­e. L’auspicio

del gruppo di lavoro è però che il sostegno giunga non solo dai comuni delle Tre Valli, bensì anche dal resto del cantone e in primis dalla Città di Bellinzona (che sottostà allo stesso Ente regionale di sviluppo delle valli). Città che nell’ambito del progetto delle Ffs investe 20 milioni per diventare comproprie­taria, assieme al Cantone, di 45mila metri quadrati del sedime che attualment­e ospita le Officine con lo scopo di sviluppare un quartiere-modello con un parco tecnologic­o.

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TI-PRESS Da area in disuso a zona industrial­e da sviluppare: la petizione si appella a Cantone, Confederaz­ione e Ffs

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