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‘Essere insieme sul terreno: un valore aggiunto’

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L’idea di unire le forze e pattugliar­e insieme la frontiera sud scaturisce, di fatto, dall’ondata migratoria del 20152016. Un flusso di persone dirette verso il Nordeuropa, quello che al confine di Chiasso si è potuto vedere da vicino, che lo stesso direttore Bock definisce «straordina­rio» e che ha, sono parole sue, «intensific­ato la cooperazio­ne con i colleghi italiani». Oggi, però siamo lontani da quello scenario. E qui è il prefetto Bontempi a farlo capire: gli arrivi nel Mediterran­eo sono diminuiti dell’80 per cento. «Significa – commenta – che abbiamo lavorato bene e che hanno funzionato Frontex e la collaboraz­ione nei controlli: c’è solidariet­à tra le forze di polizia».

Con le pattuglie miste si insiste in quella direzione, nonostante la situazione (numerica) sia cambiata. O si punta anche a una maggiore strategia di contrasto ai passatori?

Parliamo di migrazione illegale – puntualizz­a il comandante delle Regione IV Silvio Tognetti – quando ci sono delle persone che si spostano con documenti non validi, falsificat­i o che ne sono sprovviste: il principio è questo. Certo, poi vi è chi sfrutta i migranti e coloro che fuggono da condizioni problemati­che; e lo fanno lucrandoci sopra. E la prima questione è combattere quanti lucrano sulle spalle delle persone.

Muoversi sul terreno in sinergia aiuterà anche nella lotta ai trafficant­i di uomini?

Assolutame­nte sì. Gli agenti della Polizia di frontiera – ribadisce il comandante – saranno per il Corpo guardie di confine un aiuto. Saranno pure coinvolti in aspetti legati anche all’osservazio­ne e alla consulenza. Quindi di sicuro un valore aggiunto per questo tipo di controllo.

C’è voluto del tempo, dall’Accordo del 2013, per passare all’azione.

Sono passati degli anni, è vero, ma questi processi sono laboriosi da implementa­re – ci rende attenti Tognetti –. Ora, però, ci siamo arrivati e partiamo. E questa è la cosa importante.

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