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Cisterna, la società è fallita

La Sa proprietar­ia dell’ex piscina aveva previsto, in accordo col Municipio, un investimen­to milionario per creare atelier per la cultura. La sindaca, Antonella Meuli: ‘È un dispiacere. Stiamo raccoglien­do informazio­ni’.

- Di Guido Grilli

I creditori e tutti coloro che vantano pretese sui beni che sono in suo possesso sono invitati a far valere i propri diritti e i propri crediti insieme con i mezzi di prova entro il 17 marzo 2019. Firmato: Ufficio fallimenti di Lugano. È fallita la Piancha de Citerna – con decreto della Pretura del Distretto di Lugano –, società proprietar­ia dell’importante e combattuto comparto La Cisterna, il cui valore di stima immobiliar­e sfiora i 2 milioni di franchi. «È un dispiacere» si limita a commentare la sindaca, Antonella Meuli. «Intanto ora stiamo raccoglien­do tutte le informazio­ni. Non mi posso pronunciar­e in questo momento. La procedura è ancora in corso e attendiamo di sapere come si risolve». L’ultima puntata saliente della infinita storia del comparto La Cisterna (nei decenni addietro piscina e luogo di svago e ricreativo) risale al maggio dello scorso anno, quando il Consiglio comunale ha approvato a maggioranz­a e al termine di un ampio dibattito una Variante di Piano regolatore che ha delineato le premesse per una riconversi­one della preziosa area: un investimen­to milionario per la creazione di un Centro di creatività e cultura, segnatamen­te la creazione di una sala prove interrata, atelier per artisti, un esercizio pubblico e un parco verde. Un progetto per il quale la società anonima, Piancha de Citerna, ora fallita, aveva garantito all’autorità comunale, dopo incontri a tavolino, di preoccupar­si dell’edificazio­ne dei nuovi contenuti artistico-culturali con un investimen­to milionario. Un progetto, dunque, destinato a naufragare? La sindaca preferisce per ora non pronunciar­si.

L’area ora potrebbe andare all’asta

Ma c’è un altro scenario che a questo punto potrebbe aprirsi. L’Ufficio fallimenti di Lugano, una volta stabilita la graduatori­a dei creditori, potrebbe mettere all’asta il terreno e gli edifici e le due piscine da tempo dismesse che compongono il comparto La Cisterna. A questo punto il Comune di Sorengo potrebbe prodigarsi nell’acquisto all’incanto di questa ampia area, già del Credit Suisse, allora proprietar­io del Centro sportivo con piscina? «Èpresto in questo momento per entrare nel merito – risponde la sindaca –. Quando avremo raccolto tutte le informazio­ni faremo il punto della situazione e vedremo quali varianti ci saranno sul tavolo ed eventualme­nte anche questa ipotesi dell’asta potrà essere valutata. Non posso dire in questo mo-

mento quale direzione intraprend­erà il Municipio». Intanto, altri ostacoli gravano sul comparto La Cisterna. Contro la risoluzion­e adottata dal Consiglio comunale sull’approvazio­ne della Variante di Piano regolatore sono tuttora pendenti alcuni ricorsi interposti al Consiglio di Stato. Uno di questi porta la firma del

consiglier­e comunale Claudio Simonetti, presidente della Commission­e Piano regolatore, che osserva: «Il Comune, fallita la società Piancha de Citerna, si ritrova ora senza un interlocut­ore e senza l’investitor­e. È un aspetto sul quale il Municipio si deve chinare. Nel mio rapporto di minoranza alla Variante di Pr suggerivo

che il terreno fosse acquistato dal Comune e messo ad uso, quale zona verde, delle vicine Scuola dell’infanzia ed Elementare». Simonetti sulle sorti della Cisterna ha intanto convocato a breve una riunione della Commission­e Piano regolatore: «Vorremmo coadiuvare, se possibile, il Municipio in questa non facile fase».

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TI-PRESS La Cisterna si arricchisc­e di un nuovo capitolo di non facile soluzione. Convocata la Commission­e Piano regolatore

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