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Rohrbach, il giovane rampante sbocciato a Biasca

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Classe 1998, Dario Rohrbach è forse la miglior scommessa vinta del ‘progetto’ Rockets della stagione 2018/19. A Biasca, l’attaccante 20enne ha potuto preparare il terreno per il grande salto, che l’ha poi portato al suo debutto nel massimo campionato con la maglia dell’Ambrì Piotta la sera del 2 novembre 2018. Vestendola sinora per 13 volte (3 reti all’attivo), mentre a Biasca, con i Rockets, in totale ha colleziona­to 31 presenze. «Sapevo fin dall’inizio che avrei dovuto lottare per ottenere un posto nella prima squadra dell’Ambrì – premette Rohrbach –. Così mi sono dato da fare a Biasca, dove nello scacchiere della squadra avevo un ruolo un po’ diverso rispetto a quello che ricopro su quello di Cereda. Avevo maggiori responsabi­lità, e ciò mi ha permesso di crescere. Ma ho ancora molto da imparare: se a Biasca ero un leader del gruppo, ad Ambrì sono solo un giovane che cerca spazio». A bocce ferme, quella di trasferirs­i in Ticino è stata una scelta azzeccata al fine di approdare al massimo campionato... «Indubbiame­nte. Con i Rockets sono maturato: quando sono arrivato alla Valascia ero davvero pronto per il grande salto. Mi sono preso il tempo per crescere, e ho lavorato per essere pronto quando si sarebbe presentata l’occasione». È così marcato il divario tra National e Swiss League? «Sì. Il massimo campionato è molto più veloce. Per un giocatore alle prime armi è difficile da giocare: hai poco tempo per riflettere su cosa fare o per gestire il disco». Domenica è calato il sipario sulla stagione dei Rockets. Con un bilancio non certo entusiasma­nte: 14 punti in 44 partite (4 vittorie all’attivo): con che sentimenti hai vissuto questa stagione sul fronte Rockets? «Mi piacerebbe dire che sia stata una bella stagione, ma non è facile farlo dopo una stagione così. Non è stata certo la migliore della mia carriera. È dura da digerire quando cerchi di fare del tuo meglio ma finisci quasi sempre sconfitto. Voglio allora mettere l’accento sulle cose positive. E una su tutte è il fatto che questa stagione mi ha permesso di crescere, indipenden­temente dai risultati».

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KEYSTONE In versione biancoblù

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