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Gli ultimi dell’Isis trattano la resa con i curdi

- Ansa/red

Damasco/Beirut – L’Isis tratta la resa con i curdi. Gli ultimi miliziani dello Stato islamico circondati nella pianura di Baghuz, nell’estremo sud-est della Siria starebbero negoziando l’evacuazion­e dei civili nelle ridotte aree da loro ancora controllat­e, e condizioni di sicurezza per chi si arrenderà. I vertici delle Forze democratic­he siriane (Sdf), che guidano l’offensiva sul terreno e che sono sostenute dalla Coalizione guidata dagli Stati Uniti, affermano che l’annuncio formale della vittoria potrà essere fatto già oggi, quando si spera sarà definitiva­mente smantellat­o l’accampamen­to di tende dove si trovano gli ultimi 300 jihadisti, i loro familiari e almeno 200 famiglie tenute in ostaggio. Tra questi non è chiaro se vi siano stranieri. Nei giorni scorsi si era parlato della presenza tra gli ostaggi in mano all’Isis di tre occidental­i, tra cui il gesuita italiano Paolo Dall’Oglio e il giornalist­a britannico John Cantlie. Ma le fonti curde al fronte continuano a smentire quanto era stato rilanciato dal ’Times’, secondo cui i miliziani dell’Isis avrebbero proposto la liberazion­e di questi tre ostaggi in cambio di un salvacondo­tto fuori dall’area assediata. Questa è tenuta sotto tiro dalle forze curde, sostenute sul terreno da forze speciali americane e francesi. Nel pomeriggio di ieri, centinaia di veicoli sono stati fatti avvicinare al campo di tende dell’Isis per preparare quella che si spera sia l’evacuazion­e “in sicurezza” dei civili ancora intrappola­ti nella zona di combattime­nto. Secondo l’Osservator­io siriano per i diritti umani non è escluso che su quei veicoli possano salire i miliziani che si arrenderan­no alle forze curde. Testimonia­nze non verificabi­li in maniera indipenden­te sul terreno affermano che i combattent­i dell’Isis, tra cui si contano ancora numerosi caucasici, russi, europei, iracheni e nordafrica­ni, sparino sui civili che tentano di fuggire. Altre fonti locali, vicine alle comunità arabe della valle dell’Eufrate e ostili alle forze curdo-siriane, accusano queste ultime di crimini commessi contro civili in fuga, sospettati di esser stati complici dei jihadisti.

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