Microplastiche e aziende virtuose
Censire e certificare le aziende virtuose che si impegneranno in futuro a utilizzare materie prime e materiali, nei loro prodotti base e in quelli pronti per la vendita al grande pubblico, che siano ecosostenibili o il meno inquinanti possibile una volta entrati nel circolo di smaltimento dei rifiuti o del riciclo. Chiede primariamente questo la mozione “Micro e nanoplastiche: certificazione aziendale e incentivi” indirizzata al Consiglio di Stato ieri da Tiziano Galeazzi (Udc, primo firmatario) e Francesco Maggi (Verdi). Non solo. L’atto chiede anche al Cantone di prospettare non meglio definite forme di incentivi, bonus o deduzioni fiscali per queste aziende virtuose, una volta identificate. Inoltre, si domanda pure di procedere “in un lasso di tempo ragionevole i controlli di qualità e certificabilità per poter continuare ad avere incentivi o altre forme di contributi”. La mozione segue la pubblicazione, avvenuta a inizio anno, di un’analisi commissionata proprio dal Cantone per verificare la presenza delle microplastiche nel lago Ceresio, dopo che un precedente studio, stavolta a livello federale, lo aveva escluso. Quest’ultimo aveva evidenziato come i due laghi più inquinati, fra quelli presi in considerazione, sono il Lemano e il Verbano. Il Ceresio si pone immediatamente dopo. Ben prima dello studio ticinese – nel febbraio dell’anno scorso –, il democentrista aveva già evidenziato la problematica con un’interrogazione presentata sempre a Bellinzona. Una situazione che secondo i mozionanti richiederebbe un impegno privato, oltre che pubblico, per una risoluzione.