Ambrì e Lugano, il venerdì è a secco
Il Lugano delude dopo la grande prova di Losanna. A Zurigo niente da fare, e i bianconeri tornano sotto la linea’
Dopo i fasti del martedì, i ragazzi di Cereda si arrendono sul ghiaccio del Friborgo, mentre il Lugano di Ireland subisce la legge dello Zurigo nello scontro diretto, e torna sotto la linea.
Zurigo – L’hockey è strano, a volte indecifrabile. E così il Lugano brillante e vincente di Losanna, tre giorni prima, viene nettamente sconfitto a Zurigo e torna sotto la linea, nel mentre in cui i vodesi si rifanno battendo 5-2 lo Zugo, seconda forza del campionato.
‘Ma non c’è tempo per piangersi addosso: ora c’è il Rapperswil, e dobbiamo essere pronti’
La prestazione bianconera all’Hallenstadion è assai deludente. Poco mordente, scarsa convinzione e avversari più pronti e sostanzialmente superiori in ogni ambito. E si capisce presto, qual è la musica in pista. Con i locali che, pur senza incantare o proporre trame veramente spettacolari, attaccano i bianconeri (in pista senza l’infortunato Vauclair, sostituito da Jecker) che appaiono timidi e insicuri, e si limitano a difendere, senza creare praticamente pericoli dalle parti di Niklas Schlegel. I ticinesi riescono però a evitare i danni sino al 24’, quando l’inevitabile ha inizio. Gli Zsc Lions aprono le marcature con Hollenstein in powerplay e i successivi cinque minuti sono un vero calvario per Merzlikins e compagni (orfani pure di Riva, uscito di scena nel primo tempo e zoppicante a fine gara). Al 27’, ancora in superiorità numerica arriva il raddoppio di Suter, troppo solo davanti alla gabbia. Ireland chiama il timeout, ma la mossa non ha effetti. Anzi, passano appena due minuti ed ecco il terzo punto realizzato da Geering. È in fondo la rete che mette fine alle velleità bianconere. I ticinesi provano perlomeno a reagire con Morini, che si crea una grande occasione neutralizzata da Schlegel, ma resta un episodio isolato. Anche perché Klasen e gli altri non puntano quasi mai dritti verso la porta avversaria, ma si perdono sovente negli angoli. La terza frazione è ormai pura cosmetica. Ireland prova comunque a togliere Merzlikins e piazza Müller tra i pali, e l’austriaco incassa due gol: il primo di Bachofner al
46’ e il secondo di Pettersson al 53’, e in quest’ultima circostanza il portiere non fa una grande figura. È l’ultima emozione di un incontro senza storia. «Abbiamo fatto fatica, anche se nel primo tempo in fondo la prestazione non era stata così male», dice Alessio Bertaggia. «Forse pensavamo di segnare subito, come nelle ultime uscite, e ci siamo abbattuti. Difficile dire, anche perché uscire con uno 0-0 alla prima pausa dall’Hallenstadion è in fondo un buon risultato». Il numero 10 è onesto: «Ovviamente non possiamo nasconderci: qualcosa è mancato, non abbiamo
giocato come volevamo. Ora dobbiamo capire per quale motivo e in che frangenti. Non siamo contenti, ma non bisogna nemmeno essere troppo negativi: non c’è tempo per piangersi addosso. Stasera in casa contro il Rapperswil ci attende una sfida importante, il campionato è equilibrato e tutti possono battere tutti, dovremo dunque essere pronti». Che il 7-0 di Losanna sia paradossalmente stato nocivo, e abbia fatto credere ai bianconeri di essere più belli di quanto realmente non siano? «Non penso proprio», conclude Bertaggia.