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Dietro ai furti di motori ai natanti c’era una banda

Condanna a 15 mesi sospesi ed espulsione dalla Svizzera per l’autore 44enne ucraino: 34 colpi in 7 mesi Presi di mira nel Basso Ceresio decine di natanti. L’imputato, oberato dai debiti, assoldato da un’organizzaz­ione criminale di Milano rimasta anonima.

- Di Guido Grilli

C’era una banda con base a Milano dietro ai ripetuti furti di motori di natanti nel Basso Ceresio. Uno degli autori materiali, un 44enne ucraino – un suo complice è invece riuscito a farla franca, così come i componenti della organizzaz­ione criminale, rimasta anonima – è stato condannato ieri davanti alla Corte delle Assise correziona­li di Lugano a 15 mesi di detenzione sospesi con la condiziona­le per due anni di prova e all’espulsione effettiva dalla Svizzera per 5 anni. Reo confesso, l’uomo ha compiuto 34 colpi per un valore complessiv­o della refurtiva accertato di 133mila franchi. Agiva verosimilm­ente con un complice della banda milanese. L’arresto, scattato lo scorso 24 ottobre, era avvenuto in flagranza di reato: il 44enne era stato sorpreso a rubare un motore di un natante a Melide e si era dato alla fuga, durata tuttavia poco: gli inquirenti erano riusciti ad acciuffarl­o a bordo di un’auto a noleggio con targhe italiane, verosimilm­ente messa a disposizio­ne dalla banda. Con lui sul luogo del furto un altro uomo, probabilme­nte milanese, che a tutt’oggi ha fatto perdere le proprie tracce. I motori pesano una cinquantin­a di chili ed è improbabil­e che nei numerosi colpi il cittadino ucraino abbia agito da solo. Sempre identica la modalità: rompeva il lucchetto e, con il complice, prelevava i motori, 25 cavalli del valore ognuno di 8mila franchi, e li trasportav­a in auto a Milano in consegna alla banda. I colpi sono avvenuti in diverse darsene del Basso Ceresio, tra il marzo e l’ottobre 2018. I motori, a norma europea, entrata in vigore proprio nel 2018, venivano venduti in Italia, dove avevano un mercato, proprio perché omologati secondo i nuovi standard richiesti. L’imputato, sposato, due figli, ha detto di aver agito per appianare i debiti che aveva in Ucraina. Il lavoro di manovalanz­a, al soldo della banda, gli ha fruttato 5-6mila euro, somma inviata nel proprio Paese utilizzata per pagare i debiti – ha spiegato ieri l’imputato in aula al giudice Amos Pagnamenta. Difesa e pubblica accusa, rappresent­ate rispettiva­mente dalla legale Chiara Buzzi e dalla pp Pamela Pedretti, hanno concordato la proposta di pena di 15 mesi di detenzione e l’espulsione. Proposta accolta dal giudice. Tra le vittime dei furti anche il club Vela Ceresio Figino, che ha subìto tre furti di motori di 25 cavalli. Difficilme­nte l’imputato sarà in grado di risarcire. L’unica consolazio­ne: i derubati sono stati rimborsati dalle compagnie di assicurazi­one.

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TI-PRESS Un traffico internazio­nale tra Ticino e Nord Italia

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