laRegione

Tav sì, Tav no, Tav boh

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Roma – Il giorno dopo l’approvazio­ne alla Camera della mozione che impegna il governo “a ridiscuter­e integralme­nte il progetto” della Tav Torino-Lione, Matteo Salvini ha frenato i grillini e precisato che “non c’è alcun blocco”. Solo “una revisione del progetto con l’obiettivo di portarlo a termine”, ha aggiunto il leader della Lega, ingaggiand­o una battaglia a distanza con Sergio Chiamparin­o. Il governator­e del Piemonte lo ha accusato ieri di raccontare balle, invitandol­o a sbloccare i bandi per essere coerente. E ha annunciato che martedì porterà in Consiglio regionale “la richiesta di una consultazi­one popolare”. Senza contare che il tempo stringe. Se entro marzo non saranno pubblicati i bandi di gara, il rischio è di perdere un terzo dei fondi europei previsti per questa prima fase di lavori. Trecento milioni su 813. I Cinquestel­le, che hanno incassato il sì alla mozione fotocopia del contratto di governo, nicchiano. “Si tratta di un’opera pensata trent’anni fa, che finirà tra 15 anni almeno, e i cui benefici si vedranno tra i 50 e i 70 anni”, ha ribadito il ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli, secondo cui la Torino-Lione “non è al primo posto nell’ordine delle priorità”. “La Lega ha votato lo stop alla Tav, se avesse voluto la ripresa dei lavori avrebbe dovuto votare alla Camera la mozione del Pd, o delle altre minoranze, non quella del MoVimento 5 Stelle”, ha polemizzat­o Davide Gariglio, deputato Pd in Commission­e Trasporti. Ora proprio le minoranze agitano lo spettro del voto di scambio: l’immunità per Salvini sul caso Diciotti per la mozione che blocca la Tav. Ma il leader della Lega non ci sta: “Non esiste alcuna trattativa o scambio”, insiste. L’obiettivo è di andare avanti, finire l’opera, rivedendo eventuali costi eccessivi e aggiuntivi”. Oh insomma, mettetevi d’accordo. ANSA/RED

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KEYSTONE Più braccio di ferro che stretta di mano

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