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A Berna una tassa contro i rifiuti

Berna vorrebbe che takeaway, bar e negozi di alimentari contribuis­sero ai costi di smaltiment­o

- Di Fabio Barenco

Per diminuire la spazzatura nello spazio pubblico, takeaway, chioschi, panetterie, negozi di alimentari e bar che generano immondizia dovrebbero contribuir­e ai costi di smaltiment­o.

Per la municipale bernese Ursula Wyss si tratta di un progetto equo, che premia chi prende misure volte a diminuire l’immondizia

Chi inquina paga. Basandosi su questo principio previsto dalla Legge federale sulla protezione dell’ambiente, la Città di Berna intende introdurre una tassa per finanziare, in parte, lo smaltiment­o dei rifiuti accumulati nello spazio pubblico. E a pagarla non saranno i cittadini (che già vi contribuis­cono con le imposte), ma takeaway, chioschi o negozi di generi alimentari, così come organizzat­ori di grandi eventi o distributo­ri di giornali gratuiti. Insomma coloro che generano indirettam­ente i rifiuti che poi vengono gettati nei cestini o per starda. Contro la dispersion­e di contenitor­i, piatti o posate di plastica, oppure cicche di sigarette o giornali, si attuano principalm­ente due misure: la prevenzion­e, con campagne di sensibiliz­zazione, o la repression­e, multando chi getta rifiuti per strada (il cosiddetto littering). Ora, per la prima volta in Svizzera, Berna vorrebbe introdurre una tassa che si basa sul principio di causalità: chi genera più immondizia, dovrà anche pagare di più. La tassa “è sempliceme­nte un altro tassello del puzzle per ridurre i rifiuti nello spazio pubblico e per finanziare lo smaltiment­o in modo equo”, afferma, da noi contattata, la municipale bernese Ursula Wyss, che ieri ha presentato il progetto alla stampa. I costi per lo smaltiment­o dei rifiuti (sia quelli gettati correttame­nte nei cestini, sia quelli buttati in strada), a Berna ammontano a circa 11 milioni di franchi all’anno. Con questo progetto la Città calcola di raccoglier­e circa 3,4 milioni di franchi. Il resto sarà finanziato, come oggi, attraverso le imposte. Concretame­nte saranno sottoposti alla tassa rivenditor­i al dettaglio, negozi di alimentari, chioschi, panetterie, così come takeaway, bar, locali notturni, distributo­ri di giornali gratuiti, eventi con più di mille persone e così via. L’ammontare della tassa – che potrà raggiunger­e pure cifre nell’ordine di migliaia di franchi – dipenderà dal fatturato dell’impresa e dal tipo di rifiuti che genera. Ma in questo modo non c’è il rischio di un aumento dei prezzi? “Qualcuno deve finanziare lo smaltiment­o dei rifiuti nello spazio pubblico”, risponde Wyss. Indipenden­temente dal fatto se a farlo saranno i rivenditor­i o chi compra i prodotti, tale sistema sarà “più equo”, rispetto al modello odierno nel quale “sono esclusivam­ente i contribuen­ti della città di Berna” a pagare. Inoltre, i clienti possono anche scegliere di comperare prodotti presso aziende che limitano la produzione di rifiuti, “ad esempio attraverso stoviglie riutilizza­bili. Con tali misure – aggiunge la municipale bernese –, i rivenditor­i possono ridurre la tassa” e quindi di fatto limitare i costi. Infatti, ad esempio un takeaway che offre bicchieri, posate e piatti riutilizza­bili (con un deposito per incentivar­e i consumator­i a restituirl­i), dovrà pagare meno. Anche le aziende con un proprio servizio di pulizia o di smaltiment­o, che mettono a disposizio­ne cestini della spazzatura, oppure che organizzan­o campagne di sensibiliz­zazione potranno beneficiar­e di una riduzione sulla tassa. Vi sono poi altre misure incentivan­ti, rispettiva­mente disincenti­vanti, previste: chi rinuncerà a vendere sigarette riceverà un sconto del 20% sulla tassa. Mentre chi venderà alcolici dopo le 20 verrà penalizzat­o con un malus del 20 per cento. Il progetto è stato posto ieri in consultazi­one per tre mesi. Vi saranno numerose critiche, in particolar­e dal Plr e dalle organizzaz­ioni economiche che già nel 2014 – quando ne è stata presentata una prima bozza – avevano indicato che si sarebbero battuti con tutti i mezzi a loro disposizio­ne contro questa tassa. Se verrà lanciato un referendum l’ultima parola potrebbero poi averla i cittadini. Il progetto prende spunto da una sentenza del 2012 del Tribunale federale (Tf): respingend­o un ricorso proprio di Berna, i giudici di Losanna avevano deciso che la Città non poteva riscuotere una tassa per lo smaltiment­o dei rifiuti dai proprietar­i di immobili, come faceva da diversi anni. Il Tf aveva però pure stabilito che i costi di smaltiment­o per il littering non devono ricadere per forza interament­e sui contribuen­ti, ma che tale spesa può essere finanziata anche attraverso il principio di causalità: ovvero, chi inquina paga.

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