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Borse di studio, la Scolastica frena. Il tema slitta

La presidente Lurati: ‘Il Plr vuole approfondi­re il tema del prestito. Altri non si sono ancora espressi’.

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Aumento delle borse di studio? Se ne riparlerà la prossima legislatur­a, per buona pace dei 2’200 firmatari della petizione lanciata dal Sindacato degli studenti e degli apprendist­i (Sisa), il quale in un comunicato stampa non esita a definire quella della Commission­e scolastica una “scelta codarda”. Critici anche i giovani comunisti: in una nota, reputano il dilatarsi dei tempi un’operazione della destra che “non vuole ammettere in piena campagna elettorale di essere contro le famiglie che fanno fatica a mandare i loro figli all’università”. Al centro del contendere l’innalzamen­to del tetto massimo delle borse di studio da 16mila franchi a 20mila franchi, come sollecita l’iniziativa parlamenta­re della deputata socialista Daniela Pugno Ghirlanda e cofirmatar­i. La controprop­osta del Consiglio di Stato a 18mila è giudicata dalla stessa iniziativi­sta «un buon primo passo». Ma dalla riunione commission­ale di ieri, l’ultima della legislatur­a corrente, è uscita una fumata nera. «Sì, il tema slitta ed un eventuale potenziame­nto non sarà per l’anno scolastico 2019/20 – conferma alla ‘Regione’ Tatiana Lurati Grassi (Ps), presidente della Scolastica –. Ci sono ancora una serie di domande che il Plr intende inoltrare al Dipartimen­to sul tema del prestito. Non tutti i gruppi, poi, si sono espressi sull’aumento del tetto massimo. Mentre la Destra si è già detta contraria. È quindi verosimile che ci ritroverem­o con due rapporti, anche se evidenteme­nte a questo punto vi è più di un’incognita legata a quanto accadrà il 7 aprile». Come cambierann­o i rapporti di forza in parlamento? Chi farà parte della commission­e? Quando si tornerà a discutere di borse di studio? Tutto dipenderà dai nuovi eletti. Quel che è certo è che negli ultimi mesi gli ingranaggi in Scolastica si sono rallentati... Come giudica queste dinamiche la presidente? «Potevamo dare risposte concrete ma è mancata la volontà politica per farlo – valuta Lurati Grassi –. Dopo il voto del 23 settembre sulla ‘Scuola che verrà’ [bocciata, ndr] era stata dichiarata la volontà di cercare soluzioni tampone: al governo si sono chieste controprop­oste a un atto parlamenta­re rimasto sul tavolo [mozione Polli/Pagani, che sollecita fra l’altro un aumento dei laboratori]. Il CdS ha fatto i compiti, ma i gruppi parlamenta­ri hanno chiesto più tempo. È stato un anno inconclude­nte».

Corsi per prepararsi all’esame di medicina

Fra gli ultimi dossier accolti vi è la mozione di Simone Ghisla (Ppd), che chiede di organizzar­e anche in Ticino (come già capita altrove) dei corsi di preparazio­ne agli esami attitudina­li di medicina. «Un’opportunit­à che la Commission­e valuta positivame­nte – dice Giorgio Pellanda, relatore –. Invitiamo quindi il Cantone ad attivarsi affinché vengano organizzat­i in due sedi, nel Sopra e Sottocener­i. E che ad essere coinvolto non sia solo il Decs, ma anche il Dss».

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