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Tra provvedime­nti, prevenzion­e e formazione il clero ‘è più preparato’

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La Commission­e diocesana per il sostegno alle vittime è stata istituita per decisione del vescovo di Lugano, monsignor Valerio Lazzeri, nel 2017 e mette a disposizio­ne delle vittime di abusi in ambito ecclesiale due psicologi. Che diventano una sorta di antenna, a disposizio­ne di persone che hanno bisogno di parlare di quanto loro successo. E il portavoce Dante Balbo ci spiega che «se la Chiesa viene a sapere di un reato contro un minore ha l’obbligo di denuncia». Quando non riguarda un minore, invece, non potendo denunciare d’ufficio, l’azione diventa persuasiva, di stimolo: «Il compito della Chiesa è fare una raccomanda­zione a entrambi: al reo, di autodenunc­iarsi; alla vittima, di fare denuncia». Dopo l’ascolto della vittima da parte di un esperto, che inoltra un rapporto alla Commission­e, quest’ultima prepara un dossier. Dove vengono considerat­i gli aspetti giuridici, verificand­o gli elementi emersi. A questo punto arriva la segnalazio­ne al vescovo e l’incarto va sotto la lente della Commission­e nazionale, che stabilisce l’entità del risarcimen­to. Finora «non sono state molte le segnalazio­ni, e una sola vittima ha fatto tutto l’iter». Ma se questo è quanto avviene dopo, qualcosa è migliorato anche nella formazione dei prelati. Oggi, riprende Balbo, «i nostri seminari sono dotati di consulenti sia per quanto riguarda la formazione dei futuri sacerdoti, sia la loro valutazion­e. In Ticino funziona già così: le persone vengono seguite e hanno un contatto con le parrocchie che le seguono, in modo da avere dei pareri, dei giudizi. Non era così, fino a non molto tempo fa». C’è un percorso di verifica sul piano pratico, insomma. E i nostri sacerdoti «hanno seguito tutti una formazione specifica sugli abusi, su come trattarli, grazie all’aiuto di Myriam Caranzano direttrice dell’Aspi - Fondazione per la protezione dell’infanzia». Ad ogni modo, il Ticino è pronto a recepire il “vademecum” che probabilme­nte papa Francesco invierà a tutte le Diocesi. «Questa direzione è stata presa dalla Conferenza episcopale svizzera nel 2014, la Commission­e diocesana in Ticino abbiamo iniziato a pensarla addirittur­a prima. Se verrà presa questa strada, saremo pronti», conclude Balbo.

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TI-PRESS ‘Collaboria­mo con la giustizia’

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