laRegione

Maduro sulla graticola

I Paesi del ‘gruppo di Lima’ non parlano di intervento militare, ma Washington non lo esclude Oggi si riunisce il Consiglio di sicurezza dell’Onu per discutere della crisi venezuelan­a. Dagli Usa nuove accuse e minacce.

-

Bogotà/Washington – Si terrà oggi la riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sollecitat­a dagli Stati Uniti per discutere della crisi venezuelan­a. Una richiesta che si aggiunge alle pressioni concordate ieri all’incontro a Bogotà dei Paesi del gruppo di Lima, presenti l’autoprocla­mato presidente venezuelan­o Juan Guaidó e il vicepresid­ente americano Mike Pence: sanzioni più forti contro dirigenti di Caracas, blocco degli asset esteri delle aziende venezuelan­e, prima tra tutte la petrolifer­a Pdvsa, e nuovi appelli alle Forze Armate perché abbandonin­o il presidente in carica Nicolas Maduro. Non si è parlato (o non se ne è saputo) di un intervento militare. Gli avvertimen­ti di Russia e Cina, ma anche un raffreddam­ento degli europei sembrano avere indotto alla prudenza anche gli animi più accesi. Lo stesso Juan Guaidó, al contrario delle dichiarazi­oni fatte rilasciare al proprio portavoce prima di partire per Bogotà, ha evitato di nominare la possibilit­à dell’uso della forza militare. Al tavolo, accanto a Pence e ai rappresent­anti di Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Guatemala, Honduras, Panama, Perù e Paraguay, Guaidó ha però incalzato: “Il momento di esprimere preoccupaz­ione per la nostra democrazia ormai è passato, perché quelli che hanno cominciato violando la Costituzio­ne oggi uccidono civili, indigeni e festeggian­o l’incendio di cibo e medicine”. Pence gli ha assicurato “l’appoggio al 100%” degli Usa. Annunciand­o nuove sanzioni contro i dirigenti chavisti, promettend­o altri 56 milioni di dollari per aiutare i Paesi che affrontano i migranti che da mesi fuggono dal Paese e chiedendo ai membri del Gruppo di Lima di congelare gli asset di Pdvsa e di metterli a disposizio­ne di Guaidó. Pence è stato l’unico a fare cenno ad un possibile intervento militare in Venezuela, ripetendo lo stesso commento fatto varie volte nelle ultime settimane da Donald Trump: “Tutte le opzioni restano sul tavolo”. Gli altri partecipan­ti all’incontro hanno sottolinea­to la loro opposizion­e ad un intervento esterno in Venezuela, a partire dal vicepresid­ente brasiliano, Hamilton Mourao, che prima dell’incontro ha avvertito che “manterremo la nostra linea di non intervento, insistendo nella pressione diplomatic­a ed economica per cercare una soluzione, senza avventure”. Ancora più chiara la dichiarazi­one del viceminist­ro degli Esteri peruviano Hugo De Zela: “Credo che sia necessario dire, con la massima chiarezza, che l’uso della forza in qualsiasi delle sue forme è inaccettab­ile”. Non che Trump abbia bisogno del loro permesso.

L’amico amerikano

 ?? KEYSTONE ??
KEYSTONE

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland