‘Quello svizzero è un mercato del lavoro molto dinamico’
«Il mercato del lavoro svizzero è molto libero e flessibile e proprio per questo non è necessario aumentare la burocrazia». È quanto pensa Nicole Burth, Ceo del Gruppo Adecco Svizzera, azienda leader nel lavoro interinale e permanente. Il riferimento della dirigente è alle disposizioni in materia di preferenza indigena (la cosiddetta ‘preferenza light’). «Ci concentriamo sui lati positivi della regolamentazione entrata in vigore lo scorso luglio. Uno di questi aspetti è che ora con gli Uffici regionali di collocamento bisogna collaborare meglio e la soluzione digitale proposta dalla Segreteria di Stato per l’economia (Seco) diminuisce la complessità» continua Burth. Nell’applicazione delle norme, ci sono ancora aspetti che creano criticità come per il settore della ristorazione e alberghiero che conosce a livello nazionale un tasso di disoccupazione superiore all’8%. «Ma posso assicurare che trovare un cuoco iscritto alla disoccupazione in Svizzera è ancora molto difficile. La stessa dinamica si ha per esempio per il marketing dove gli specialisti digitali mancano», continua la Ceo del Gruppo Adecco Svizzera. Una soluzione potrebbe essere quella di fare una maggiore selezione delle categorie professionali con il tasso di disoccupazione oltre una certa soglia. «Siamo sempre aperti a trovare degli accorgimenti che facilitano il funzionamento del mercato del lavoro locale che comunque è un mercato molto dinamico», precisa ancora Nicole Burth che sottolinea come i maggiori problemi si hanno con la ricerca di profili molto qualificati. «Il sistema di formazione professionale svizzero è molto buono, ma non sempre è in grado di formare in numero sufficiente degli specialisti richiesti dall’economia. Per questo è importante non solo formare i propri collaboratori continuamente in questioni pratiche e digitali, ma anche poter accedere al mercato del lavoro estero. Una politica di contingenti sarebbe deleteria e non permetterebbe al sistema economico in generale di aumentare la produttività di cui ha bisogno per mantenere in Svizzera così tanti posti di lavoro», conclude Nicole Burth che si dice fiduciosa in un miglioramento delle procedure burocratiche ora in vigore. GENE