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Sessa s’interroga sul futuro ‘solitario’

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“Cosa succede se Sessa non si aggrega al nuovo Comune Tresa”? È il quesito fondamenta­le che viene posto al Municipio dall’interrogaz­ione interparti­tica sottoscrit­ta da ben 15 consiglier­i comunali (su 21). Primo firmatario è Andrea Lavagetti (Prl) e attuale primo cittadino. Nel frattempo, prosegue la raccolta di firme – lanciata mercoledì scorso – per chiedere di essere reintegrat­i nel progetto aggregativ­o di Tresa. L’interrogaz­ione muove dalla decisione del Consiglio di Stato di sottoporre al Gran Consiglio il progetto di aggregazio­ne fra Ponte Tresa, Croglio e Monteggio, escludendo Sessa, dove l’esito della consultazi­one popolare del 25 novembre scorso era stato negativo per una manciata di voti (19 per l’esattezza). Ebbene, il presidente del Consiglio comunale teme che tale esclusione possa comportare ripercussi­oni negative per il paese. Perciò, nell’interrogaz­ione vengono poste ben venti domande all’esecutivo sulle conseguenz­e del mancato ‘matrimonio’ a quattro. Domande che spaziano dalle collaboraz­ioni in atto fra i Comuni della valle della Tresa e quelle che potrebbero essere disdette. A cominciare dal servizio mensa che si tiene nella sala multiuso di Sessa, oggi organizzat­o e co-finanziato dal Municipio di Monteggio e che in futuro potrebbe essere trasferito a Croglio. Sono pure chieste spiegazion­i sul futuro dell’ecocentro nel caso in cui Monteggio rinunciass­e all’accordo di collaboraz­ione attualment­e in essere. L’interrogaz­ione chiede se l’esecutivo di Sessa ha elaborato uno scenario sulle possibili ricadute finanziari­e negative e il peggiorame­nto dei servizi ai cittadini.

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