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La famiglia viveva in paese da una decina di anni

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«Fatti come questi non possono che lasciare sconcertat­i». Sergio Bernasconi, sindaco di Novazzano, ha saputo ieri mattina quanto accaduto nella notte nel complesso di appartamen­ti a pigione moderata di via Ronco. La famiglia, composta dai genitori e da due figli, il 19enne e il fratello minorenne, «viveva a Novazzano da una decina di anni». I due ragazzi hanno quindi frequentat­o parte delle scuole nel comune e in passato anche l’oratorio e la parrocchia. Il 19enne ora in stato di fermo è stato naturalizz­ato due anni fa. Il sindaco non ha gli elementi per commentare l’accaduto. «Non è facile capire cosa può essere successo – commenta –. Forse la situazione in cui il giovane, che non mi è mai sembrato di indole violenta, viveva, lo ha portato alla disperazio­ne o all’esasperazi­one. Di certo, come detto, la famiglia viveva qui da anni e non mi risulta creasse problemi un giorno sì e uno no». Di più Bernasconi così come la Cancelleri­a comunale, non concedono, preferendo aspettare gli accertamen­ti dell’inchiesta in corso. L’autorità comunale proverà a ottenere maggiori informazio­ni. Al momento non è dato a sapere se la famiglia fosse seguita dai servizi sociali comunali. Nel complesso di appartamen­ti a pigione moderata di via Ronco, conosciuto come “Palazzi Botta”, vivono diverse nazionalit­à e culture. In passato non sono mancati problemi o segnalazio­ni. «Quello della scorsa notte è il caso più grave che mi ricordo – conclude Sergio Bernasconi –. Negli anni scorsi come Municipio abbiamo chiesto alla proprietà di chiedere informazio­ni prima di affittare gli appartamen­ti».

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TI-PRESS/D. AGOSTA Accertamen­ti e rilievi sono durati ore

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