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Como, il 75% dei reati è commesso da italiani La maggior presenza di agenti ‘dà buoni risultati’

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Quelli che la Lega continua a chiamare ‘clandestin­i’, migranti da rimandare a casa per motivi di sicurezza, in quanto alimentere­bbero la criminalit­à, in realtà a Como non creano problemi alle forze dell’ordine. La conferma si è avuta nel fine settimana in prefettura nel corso di una conferenza stampa tenuta dal sottosegre­tario all’Interno Nicola Molteni. Incontro voluto per illustrare i risultati ottenuti nella lotta alla microcrimi­nalità a seguito del potenziame­nto dei controlli. I dati più significat­ivi sono stati forniti dal questore di Como Giuseppe De Angelis, che prima dell’incarico in riva al Ceresio, ha sviluppato un’ampia esperienza sui problemi legata all’immigrazio­ne. «Nel 2017 abbiamo stimato che su circa 20mila reati denunciati il 75 per cento è stato compiuto da italiani, il restante 25 per cento da stranieri – le valutazion­i del questore –. E sui cinquemila reati che sarebbero stati messi a segno da stranieri, oltre la metà da persone provenient­i dall’Est europeo e dall’Albania. I rimanenti da extracomun­itari». A conti fatti poco più di uno su dieci. Al di là di queste consideraz­ioni c'è da prendere atto che una maggior presenza di pattuglie sulle strade stia dando buoni risultati. Il periodo preso in esame è stato quello tra settembre 2018 e gennaio 2019: a Como sono state denunciate 1’302 truffe, rispetto alle 1’529 dello stesso periodo dell’anno precedente. I furti nelle abitazioni sono scesi del 61,9% a Como; del 24% a Cantù e del 65% a Mariano Comense. M.M.

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