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Risultati più che positivi

Raiffeisen, nella Svizzera italiana il ‘caso Vincenz’ non ha inciso sull’attività La Federazion­e Ticino e Moesa ha registrato un utile lordo a 93,9 milioni e volumi ipotecari saliti a 12,7 miliardi di franchi

- Di Generoso Chiaradonn­a

«A livello regionale, l’attività delle singole banche Raiffeisen non ha risentito dei contraccol­pi che hanno toccato Raiffeisen Svizzera lo scorso anno. Nel 2018 è stato introdotto un nuovo sistema informatic­o che ha richiesto un tempo di formazione adeguato del personale. Semmai è stato quest’ultimo aspetto a rallentare, probabilme­nte, l’attività bancaria». Si è espresso in questi termini l’avvocato Mauro Cavadini, presidente della Federazion­e delle banche Raiffeisen Ticino e Moesano per commentare i dati di bilancio che sono comunque in crescita. Crescono i crediti ipotecari saliti a circa 12,7 miliardi di franchi (+3,6%), come pure i depositi della clientela a 11 miliardi (+2,5%) come pure il numero dei soci a oltre 118mila e anche i dipendenti. «Si può tranquilla­mente affermare che un ticinese su tre, contando neonati e ultracente­nari, è socio proprietar­io di una banca Raiffeisen», ha precisato Cavadini. Anche l’utile lordo è in aumento a 93,9 milioni di franchi come pure l’utile al netto di accantonam­enti, imposte è salito a 23,3 milioni di franchi. Un trend positivo da anni. A titolo di paragone l’utile netto 2014 era pari a 17,9 milioni.

Una crescita delle attività che è andata di pari passo con la riorganizz­azione della rete degli sportelli e delle banche sul territorio alle nuove esigenze della clientela, sempre meno propensa a recarsi fisicament­e in banca. A questo proposito Cavadini segnale che nel corso del 2019 i soci di cinque banche

(nel Locarnese e nel Mendrisiot­to) saranno chiamati a votare su una proposta di fusione. «Se le rispettive assemblee daranno il via libera, il numero delle banche scenderà da 21 a 18», continua Cavadini precisando che non sono fusioni forzate, ma «fisiologic­he e mirate a servire meglio la clientela». E sempre per quanto riguarda i processi di ottimizzaz­ione, lo scorso anno sono stati creati dieci nuovi posti di lavoro a Bellinzona dedicati alla consulenza telefonica. «È possibile chiamare dalle 8 di mattina alle 20 di sera cinque giorni la settimana per ogni esigenza relativa alla propria relazione bancaria», continua Cavadini. I dipendenti sono ora 602. Da parte sua Luca Cimasoni, direttore di Raiffeisen Svizzera per il Ticino, ha ricordato i tre ecosistemi su cui si punterà nei prossimi anni: le imprese; i giovani (patrimonio e previdenza) e l’abitazione (ristruttur­azioni). «Per quanto riguarda il mercato ipotecario non ci aspettiamo grandi correzioni di prezzo. L’obiettivo è quello di crescere in linea con il mercato svizzero e non al di sopra anche perché non c’è un’inversione di tendenza in vista sui tassi d’interesse», ha affermato Cimasoni il quale ha precisato che nel caso nei prossimi anni fosse eliminato il valore locativo (proposta a livello federale, ndr), bisognerà attendersi una diminuzion­e del volume delle ipoteche. «I debitori saranno incentivat­i ad ammortizza­re il debito in modo più consistent­e di quanto avviene ora. Un effetto sui ricavi da interesse è possibile che ci sarà». E sempre a proposito di tassi negativi, Cimasoni rassicura che questi ultimi riguardano per ora solo la liquidità delle banche depositata presso la Bns. «Non abbiamo ribaltato questo onere sulla nostra clientela fino a oggi e non intendiamo farlo in futuro», ha commentato il direttore di Raiffeisen.

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TI-PRESS Da sinistra Mauro Cavadini e Luca Cimasoni

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