Sul bilancio pesano ‘oneri eccezionali’ ereditati dal passato
San Gallo – “Oneri eccezionali”, strascico dell’era Pierin Vincenz, hanno causato a Raiffeisen un forte calo dell’utile nel 2018. Il gruppo bancario sangallese ha tuttavia mostrato una solida performance nell’attività con la clientela di deposito e prestito. I ricavi d’esercizio sono diminuiti del 7% a 3,1 miliardi di franchi, mentre gli oneri sono calati dello 0,8% a circa 2 miliardi. Il risultato d’esercizio ha registrato un tonfo del 36,9% a 699,1 milioni e l’utile netto una flessione di ben il 41% a 540,8 milioni, indica il terzo gruppo bancario elvetico in una nota. Raiffeisen adduce a giustificazione “oneri eccezionali” per complessivi 270 milioni che hanno pesato sui risultati del gruppo, aggiungendosi ai 120 milioni messi da parte al fine di consolidare le riserve per i rischi bancari. Fonte principale di entrate, il prodotto netto delle operazioni su interesse è diminuito nel periodo in rassegna dello 0,9% a 2,2 miliardi, mentre le entrate dovute a commissioni e servizi sono scese dell’8,8% a 450,8 milioni. Il prodotto derivante dalle operazioni di negoziazione è arretrato dell’8,7% a 210,4 milioni. Nonostante questa contro-performance, l’attività con la clientela è stata solida. I prestiti sono cresciuti del 4% a 187,7 miliardi. Per la maggior parte – 179,6 miliardi, +4% – si è trattato di mutui ipotecari. I depositi sono progrediti dell’1% a 165,7 miliardi e gli afflussi netti di liquidità hanno raggiunto i 6,3 miliardi, a fronte dei 4,5 miliardi dell’esercizio 2017. Come è avvenuto per gli altri istituti bancari, i sommovimenti della fine dell’anno scorso sui mercati finanziari hanno ridotto gli averi in gestione, scesi del 6,5% a 196,1 miliardi di franchi. “Le Banche Raiffeisen hanno amministrato molto bene le rispettive attività nonostante un contesto difficile: l’anno scorso hanno potuto incrementare il numero di clienti privati e di società”, ha affermato Heinz Huber, presidente della direzione generale. In totale, la somma di bilancio ha raggiunto alla fine del 2018 i 225,3 miliardi, in leggera diminuzione su un anno (-1,1%). Il numero di collaboratori è invece sceso di quasi 200 unità, per attestarsi a 9’215 impiegati a tempo pieno.