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È la parola del capitano

Jonathan Sabbatini: ‘A Zurigo conta solo il risultato. Il gruppo c’è, ma deve dare di più. Agire, non aspettare’.

- Di Sebastiano Storelli

«Devo cercare di essere positivo. Il che non significa fare astrazione dagli errori che commettiam­o. Che tutti commettiam­o, perché il problema è collettivo. Ma lo dobbiamo risolvere. Occorre essere consapevol­i che questi errori stanno pesantemen­te penalizzan­do la squadra. È giusto che ognuno di noi faccia autocritic­a per cercare di venirne fuori». Parola di Jonathan Sabbatini. Parola di capitano. Tornato da Thun con la coda in mezzo alle gambe e con il sogno di Coppa riposto nel cassetto dei buoni propositi per la prossima stagione, il Lugano si rifocalizz­a su quello che, a questo punto, rimane l’unico obiettivo: garantirsi una quinta stagione al sole della Super League. Domani pomeriggio, in quel Letzigrund che inevitabil­mente ricorda ai dirigenti e, soprattutt­o, al capitano la sconfitta nella finale del 2016, i bianconeri sono chiamati a una reazione d’orgoglio: l’ennesima di questa stagione che sembra non voler mai decollare per davvero... «Quando siamo rientrati negli spogliatoi nessuno ha proferito parola. Eravamo tutti troppo delusi, ci tenevamo moltissimo a questa Coppa. Soprattutt­o io che di finali ne ho già persa una. Inoltre, rimango convinto che lo scorso anno non ci meritavamo l’estromissi­one, ma è vero che a conti fatti la differenza la fanno i gol segnati e i gol subiti». Il tempo è tiranno, ma prima di affrontare uno Zurigo pure lui stanco per le fatiche di Coppa, occorre cercare di capire cosa sia successo alla Stockhorn Arena... «Difficile trovare una spiegazion­e. Il primo tempo è stato equilibrat­o e loro hanno sbaglia-

to molto in virtù del nostro buon assetto difensivo. Forse ci è mancato un pizzico di consapevol­ezza nei nostri mezzi, quella certezza di poter prendere palla ed essere in grado di fare male. Perché è proprio ciò che le altre squadre hanno in più: a differenza nostra, loro alla prima occasione sanno essere letali». La sfida di Thun doveva servire per dimenticar­e l’immeritata sconfitta con lo Young Boys, quella di Zurigo dovrà cancellare il ricordo di una Coppa amara. Delusioni e speranze di rinascita sembrano rincorrers­i senza soluzione di continuità... «In effetti, il problema sta nel fatto che

dopo tante partite ci ritroviamo qui a ripetere sempre gli stessi concetti. La squadra c’è e nessuno lo può negare, perché le prestazion­i sono sempre state di buon livello. Ciò nonostante, non possiamo negare che per ottenere risultati occorra qualcosa di diverso. La rosa è importante, ci sono nomi importanti, ma il gruppo deve avere un’altra voglia, una fame diversa per sperare di vincere partite come quella di Thun o quella di domenica scorsa a Cornaredo. Ciò detto, non voglio togliere nulla al Thun, compagine che sta disputando un’ottima stagione, ma se considero in modo individual­e i componenti delle due rose ritengo che il Lugano sia superiore. Adesso, però, dentro noi stessi dobbiamo trovare le risorse necessarie per provare ad uscire da questa situazione». Nella voce del capitano c’è molta delusione... «Delusione tanta, ma non rabbia. Ce l’abbiamo messa tutta, ma a conti fatti manca sempre qualcosa. E fa male, perché quando abbiamo alzato leggerment­e il ritmo siamo riusciti ad andare in rete e abbiamo addirittur­a rischiato di pareggiare la partita. Ma la domanda che sorge spontanea è questa: perché soltanto alla fine e non fin dal fischio d’inizio? Invece di aspettare dovremmo soprattutt­o agire. Ed è proprio quello che spesso non riusciamo a fare». A Zurigo dovrà esserci un’inversione di tendenza... «I punti devono arrivare, non fosse altro che per il fatto di essere ancora in lotta per la salvezza. A questo punto conta soltanto vincere. È vero che, di norma, a prestazion­i importanti fanno riscontro risultati importanti. Ma in queste ultime settimane per il Lugano questo assioma sembra non essere rispettato. Penso che a Zurigo occorrerà cambiare qualcosa se vogliamo davvero avere la possibilit­à di fare risultato».

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KEYSTONE Il 30enne veste bianconero dal 2012

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