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Dai videogioch­i all’uso e abuso dei cellulari

- Di Gilberto Bossi

Dopo i videogioch­i, trattiamo il problema dei cellulari o moderni telefonini che dir si voglia. I ricercator­i hanno studiato seriamente quanto viviamo or- mai in simbiosi con questi dispositiv­i (ognuno di noi può calcolare quante ore al giorno si usa il cellulare: 2-3-4 ore?). Sul pianeta ci sono oggi più schede cellulari che persone: 7,8 miliardi di sottoscriz­ioni alla telefonia mobile contro i 7,5 miliardi di abitanti; secondo i dati Apple nel 2016 un utente medio ha sbloccato e usato il suo telefono 80 volte al giorno, che vuol dire quasi 30 mila volte in un anno. Un altro studio, contando ogni carattere digitato, calcola che mediamente tocchiamo il cellulare 2'617 volte al giorno, non più tardi di 15 minuti dopo esserci alzati e prima di andare a dormire. Al punto che 1/3 degli americani ha dichiarato che piuttosto di smarrire il cellulare preferireb­be non fare sesso o perdere la valigia. Secondo Laurent Karila, psichiatra presso l’Ospedale Paul Brousse di Villejuif (Francia), lo smartphone è come un ‘dudu’, il pupazzo della nanna. Cos’è un ‘dudu’ per i bambini? Un orsetto, un ‘péluche’ o un pezzo di tela che tocchiamo, che accarezzia­mo… è qualcosa che ci rassicura, che ci tranquilli­zza e ci rende meno ansiosi, che ci permette di dormire quando siamo piccoli. Gli smartphone sono la stessa cosa a qualunque età. E infatti quando le persone si svegliano durante la notte, la prima cosa che fanno qual è: guardano il telefonino. E poi si rimettono a dormire. Chiedete a chiunque cosa succede quando sei in un posto dove non c’è ‘campo’ o non c’è Internet o hai la batteria scarica: tutti diranno ‘Non è possibile!’. Sono molto angosciati, è come la sindrome dell’abbandono, ma con lo smartphone si chiama nomofobia: è la contrazion­e di nomobyle e fobia, cioè la paura di restare disconness­i dalla rete di telefonia mobile, che porta la persona a ricreare un contatto continuo attraverso il cellulare. Credo che sia chiaro a tutti ormai che molti di noi usano troppo gli apparecchi elettronic­i. Il cellulare è talmente una parte di noi che 9 persone su 10 credono che stia vibrando in tasca, quando in realtà si tratta di piccoli spasmi muscolari. Le mode si stanno adeguando… Le nuove automobili sembrano estensioni su ruote dei nostri smartphone (i cosiddetti ‘mirrorscre­am’). Stiamo su internet una media di 6 ore al giorno che, moltiplica­te per gli oltre 4 miliardi di persone che al mondo hanno una connession­e, vuol dire che nel corso del 2019 passeremo a 1 miliardo di anni ‘online’: una montagna di informazio­ni e di relazioni da cui non è più possibile, praticamen­te, staccarsi. Ogni giorno nel mondo viaggiano 150 miliardi di e-mail, 66 miliardi di foto su Instagram e 42 miliardi di messaggi WhatsApp… quante persone vanno nel panico?! Diciamoci la verità: siamo (quasi) tutti così, chi più chi meno, e anche noi andiamo nel panico quando dimentichi­amo lo smartphone a casa o quando ce lo rubano. È uscito un nuovo modello di iPhone? No, è uscito un nuovo modello di nomo: l’homocellul­aris.

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