Un futuro per la Buzza e l’agricoltura
Negli anni 90 per consentire la deponia del materiale estratto dal nuovo tunnel del S. Gottardo a Biasca furono sottratti alle necessità agricole 100’000 metri quadrati di terreni, coltivati in gran parte a mais, e furono ridotte le superfici di pascolo alla Buzza. In quegli anni, sempre per la realizzazione di AlpTransit, fu dismessa la fiorente azienda agricola del Boscone nord avviata nel 1952 dal Patriziato bonificando aree boschive. Lo stesso macello si compì su scala nazionale con la sparizione di centinaia di migliaia di ettari di terreno agricolo e la morte di centinaia di aziende. Desolante che a tutt’oggi non si intravvedano segnali di cambio di paradigma. Il Comune di Biasca (come altri) non dispone ancora di un Piano direttore per un azzonamento in risposta alle necessità del primario. Occorre pianificare, con lungimiranza e per quanto ancora possibile, nuove zone agricole quale condizione imprescindibile per maturare fra i giovani scelte professionali consapevoli, a favore di una maggiore indipendenza alimentare foriera di qualità di vita rispettosa dell’ambiente. Per questi motivi invito a sostenere la mozione ‘Loudei parc’ presentata in Consiglio comunale da Fabrizio Totti per il Gruppo ‘Loderio c’è’. Mi oppongo fermamente a un’enorme discarica chiamata a soddisfare la speculazione galoppante figlia dell’imperante cultura politica mercantile e clientelare che dilaga nella gestione del territorio. Le aziende agricole presenti alla Buzza e a Loderio soffrono da tempo della carenza di terreni idonei alla produzione di foraggio grezzo. Per lo stoccaggio di inerti occorre per contro puntare su soluzioni decentrate. Nel Cantone abbondano aree boschive e avvallamenti invasi da sterpaglie: si potrebbero rendere fertili riempiendoli con materiale inerte.
Olindo Vanzetta, Biasca