laRegione

Un albero preistoric­o

-

Il nome del ginkgo sembra derivare dal cinese “yinxing” ovvero “albicocca d’argento”, mentre il nome della specie, biloba, viene dal latino “bis” e “lobus” per via della caratteris­tica divisione in due lobi delle foglie. Il ginkgo è molto diffuso come pianta ornamental­e nei parchi, nei viali e nei giardini, soprattutt­o quelli delle città più inquinate, per le sue doti di resistenza agli agenti inquinanti (a noi piacerebbe vedere questo maestoso e antico albero per la sua bellezza, in città meno inquinate). Dalle sue foglie si ricavano anche molti principi utili in medicina. Il Ginkgo biloba è il solo sopravviss­uto di un gruppo di piante più antiche delle conifere, la cui storia affonda le radici (è proprio il caso di dirlo) in un passato lontanissi­mo. A quel tempo i ginkgo erano diffusi in gran parte del mondo. Oggi invece questa pianta “fossile” cresce solo in Cina, mentre tutti gli esemplari presenti in Europa sono coltivati. La prossima settimana torneremo a parlare dei “fossili viventi”. Il nostro pianeta, infatti, è popolato da animali il cui aspetto non ha subito molte variazioni da milioni e milioni di anni, come il brachiopod­e lingula dell’Ordovician­o o il nautilus, ancora praticamen­te identico ai suoi simili vissuti 600 milioni di anni fa! Parleremo del tuatara (lui sì che è un dinosauro). E poi dedicherem­o molto spazio a un “drago” che non sputa fuoco, ma sa fare anche di peggio. Parliamo del varano di Komodo. Ok, non sarà antichissi­mo, ma è l’animale più simile a un drago che esista al mondo.

 ?? © Michèle Dépraz / WWF ?? Ginkgo
© Michèle Dépraz / WWF Ginkgo

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland