Squali: ieri, oggi... e domani?
Anche gli squali sono “fossili viventi”. Sono nati, pensate, circa 400 milioni di anni fa, nel Devoniano. E da allora sono cambiati davvero pochissimo. Segno di un adattamento ai mutamenti climatici, geologici, biologici che si sono succeduti sul nostro pianeta, davvero eccezionale! Lo scheletro dello squalo è di “modello” preistorico: in cartilagine, flessibile e molto resistente. Ma si distingue da altri pesci anche per le tipiche fenditure branchiali scoperte dietro al capo, la bocca generalmente in posizione ventrale, la pelle ruvida e “dentellata”, simile a carta vetrata, la pinna dorsale triangolare e l’assenza di vescica natatoria, che consente alle altre specie di pesci di galleggiare. Ah sì, e allora come fa lo squalo a restare a galla? Una spinta diretta verso l’alto agisce sotto le grandi pinne pettorali dello squalo e la particolare forma della coda, spingendolo verso il basso, gli consente di mantenere l’assetto orizzontale. Non solo: viene aiutato anche dall’olio (molto grasso) di cui è ricco il suo fegato. E l’olio, essendo meno denso dell’acqua, lo aiuta a galleggiare! Tutto questo è valido finché lo squalo nuota. Ancora oggi ne esistono moltissime specie. Però oggi molte di queste sono in pericolo, minacciate da sistemi di pesca distruttivi e sconsiderati.