laRegione

L’artigiano della musica

Un mercato di nicchia tra difficoltà e desideri: Alberto Calvia è uno dei pochi rimasti in Ticino

- di Michele Lepori

La bottega, attiva a Canobbio da oltre 15 anni, è un punto di riferiment­o per chi possiede strumenti da aggiustare. Un lavoro d’altri tempi, che resiste in un mondo sempre più moderno.

«Tutti hanno praticamen­te chiuso». È con queste parole che Alberto Calvia, proprietar­io de ‘L’Estro Armonico’, parla di quello che è un mercato di nicchia. Il negozio, aperto nel 2003, è specializz­ato in riparazion­e, restauro e vendita di strumenti musicali a fiato. Dopo aver studiato musica in Conservato­rio ed aver conseguito il diploma, è diventato insegnante. Una passione per la musica che è andata avanti ma con un cambiament­o di rotta: da maestro è diventato artigiano. «Non c’è una vera e propria formazione – ci dice –. Io ho fatto quasi 10 anni in una bottega, imparando il lavoro di riparatore. Da lì ho deciso di mettermi in proprio. Chiarament­e l’attività che facevo prima mi ha aiutato molto, perché la preparazio­ne musicale che ho avuto mi ha portato ad avere certe sensibilit­à e certe sensazioni. Questo non vuol dire che l’idraulico debba essere abituato a nuotare in apnea per fare il suo lavoro (ride, ndr)». Quando Calvia ha aperto il suo negozio in Ticino erano presenti diversi riparatori di strumenti musicali, ma negli anni stanno piano piano scomparend­o: «È difficile mantenere questo tipo di attività. Tempo fa si poteva pensare di espandersi. La mia aspirazion­e era quella di ingrandire l’attività nel ramo della vendita. Dal 2008 in avanti è diventato quasi impossibil­e sostenere i costi di gestione. La mia attività, essendo di nicchia, risente per prima questa situazione di crisi che persiste da 10 anni a questa parte. I costi fissi aumentano sempre (elettricit­à, assicurazi­oni, gestione dell’informatic­a). L’idea di doversi ingrandire al momento è stata accantonat­a». La luce entra dalla vetrata, illuminand­o il volto dell’artigiano che, con un sospiro, fa il punto sul suo futuro: «Si cerca sempre di lavorare al meglio per soddisfare il cliente. Bisogna sempre vedere le cose dal lato positivo, questo è chiaro. Come è necessario trovare un rimedio a questo trend, che non è di certo il migliore. Per cui la ricerca di qualcosa di nuovo è fondamenta­le».

Un lavoro che in Ticino non c’è più

«Siamo rimasti un paio, non so dirtelo con precisione. So per certo che quando ho iniziato eravamo di più». Se in Ticino questa profession­e sta sparendo, non si può dire lo stesso in Italia dove nel 2017 si sono contate 1’312 imprese che producono e riparano strumenti musicali; questo lavoro è ad alta vocazione artigiana, con 1’085 imprese pari all’82,7% del totale. Più precisamen­te sono 197 imprese della riparazion­e di strumenti

musicali (come Alberto), di cui 173 artigiane attive nella Penisola. Una gran bella differenza, calcolando che in Ticino questi negozi si contano oramai sulle dita di una mano. «Il mio scopo – conclude Calvia – è andare avanti nel migliore dei modi, per la mia soddisfazi­one e delle persone che mi stanno vicino. almeno fino a quando vado in pensione». Questo tipo di attività, non certo popolare, si trova comunque confrontat­a con l’agguerrita concorrenz­a e competitiv­ità sui prezzi che esiste oltrefront­iera. «I costi sono un problema – evidenzia Alberto Calvia – perché oltreconfi­ne il costo della vita è diverso e tante cose costano meno. Gli artigiani vengono remunerati meno rispetto a qui. C’è sempre stata e sempre ci sarà una disparità salariale, rendendo il mercato più competitiv­o. La concorrenz­a c’è, basti pensare a chi va a fare la spesa in Italia (ride, ndr). Bisogna rimanere positivi, anche nei momenti di difficoltà».

 ??  ?? Alberto Calvia, proprietar­io del negozio
Alberto Calvia, proprietar­io del negozio

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland