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Il Ticino è alla testa dei progetti paesaggist­ici

- Di Silvio Bircher (già consiglier­e nazionale e consiglier­e di Stato e vicepresid­ente dell’Fsp, in Aarau/AG) e Marco Delucchi (ing. forestale Eth e membro della Commission­e Fsp, in Cugnasco/TI )

Dalla sua istituzion­e nel lontano 1991 in occasione del 700esimo della Confederaz­ione, il Fondo svizzero per il paesaggio (Fsp) ha sostenuto in Ticino 381 progetti e versato contributi per un importo di 23,3 mio Chf. Il Ticino si situa così alla testa dei Cantoni svizzeri seguito dai Cantoni di montagna Grigioni (17,3 mio Chf e 236 progetti) e Vallese (14,4 mio Chf e 229 progetti). Il Fondo è costituito da una Commission­e di 13 membri.

Iniziativa e prestazion­i proprie

Per arrivare al gran numero di progetti degni di sostegno ci vogliono, oltre alle premesse paesaggist­iche e storiche, anche degli enti esecutori coraggiosi e attivi. Trattasi di regola di enti pubblici come Patriziati, Comuni o Cantoni, ma spesso anche di Fondazioni o Associazio­ni locali che, allestisco­no un progetto e lo inoltrano corredato da un piano di finanziame­nto. In questo contesto è fondamenta­le evidenziar­e le prestazion­i proprie e menzionare altri enti che contribuis­cono al finanziame­nto dei lavori. Ottimi esempi in questo senso sono i progetti del Museo etnografic­o della Valle Muggio oppure i progetti della Fondazione Curzùtt e San Barnard a Monte Carasso.

Sulle tracce dei Walser

Un altro progetto a Moghegno, situata sulla sponda destra della Maggia. Moghegno possiede una miriade di valori culturali, storici e paesaggist­ici creati nel corso dei secoli passati e poi in parte abbandonat­i nell’ultimo secolo, specialmen­te dopo la crisi del ’39-45. Basti pensare alle testimonia­nze dei Walser con la torba quattrocen­tesca Pincini nel bel mezzo del paese restaurata nel 2007 o al sentiero di pietra (carraia) che si snoda ai piedi della montagna in direzione di Aurigeno, ripristina­to e valorizzat­o dal Patriziato con il sostegno dell’Fsp, senza dimenticar­e le importanti testimonia­nze della civiltà rurale come il fontanone scavato nella roccia o la grà situati sul lato nord del nucleo. Altri elementi del paesaggio rurale sono stati ripristina­ti: la selva castanile Bagnadüü, l’ontaneto con la zona umida, il muro a secco di cinta lungo la strada che porta al Monte Cortone come pure i Mulini ad acqua concentrat­i tutti in un esiguo perimetro situato a ovest del nucleo. Con questo progetto eseguito con successo negli ultimi anni il Patriziato di Moghegno ha chiuso il tradiziona­le ciclo della castagna che va dalla produzione nella selva, all’essiccazio­ne nella grà, alla macinatura nel mulino e che ricorda l’importante ruolo della gestione promiscua del territorio rurale in Ticino.

Le nostre radici

Il paesaggio rurale tradiziona­le è ricco di valori naturali. Come patrimonio storico e culturale costituisc­e il fondamento essenziale dell’identità regionale e dell’attaccamen­to della popolazion­e al proprio paese e alla propria storia. Comuni e Patriziati ticinesi e come loro tanti altri enti pubblici e privati hanno capito che la cura degli elementi del territorio rurale che ci circonda e che costituisc­e la testimonia­nza delle nostre radici è di fondamenta­le importanza per l’identità e la sopravvive­nza del nostro cantone alpino. E non è necessario essere “ricchi” – passo per passo, sull’arco di due decenni e secondo le proprie forze si affonda un tassello dopo l’altro con l’aiuto di chi crede in questi valori.

L’Fsp esprime la sua gratitudin­e agli enti che negli ultimi 27 anni hanno attuato tanti validi progetti. Grazie per aver ridato la dignità agli antenati che con grande fatica e devozione hanno creato e forgiato questo paesaggio per poi consegnare alle nuove e future generazion­i la loro identità rurale e culturale.

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