Crisi di mezz’età
New York – Il Cd ha quarant’anni, ma non li porta molto bene. L’8 marzo del 1979 la Philips presentava il primo compact disc, destinato a rivoluzionare l’ascolto e anche la memorizzazione digitale delle informazioni. Ma il supporto è ormai in declino per l’arrivo dei nuovi formati ‘immateriali’ come lo streaming e anche per la spinta dei predecessori, vinili e cassette, che paradossalmente sono tornati in auge. Un declino sancito negli Usa dalla chiusura nel 2018 dell’ultima fabbrica che li produceva.
Di fatto la progettazione del Cd nella sua configurazione definitiva risale al 1979 e si deve a una joint venture della Philips con l’azienda giapponese Sony, che portò alla definizione dello standard per il compact disc: dischi di 12 centimetri e una risoluzione di 16 bit. A sancire il ‘matrimonio’ fu il direttore d’orchestra Herbert Von Karajan con i Berliner Philharmoniker, protagonisti del primo Cd, mentre il primo album pop pubblicato su questo supporto è ‘52nd Street’ di Billy Joel. Nel 1990 l’intero settore dei Cd superò i 33 giri. Nel 2007 si contavano 200 miliardi di compact disc venduti nel mondo. Poi l’mp3 e piattaforme come Napster e successivamente lo streaming di Spotify e Tidal hanno determinato il declino del compact disc.