Rustici, polemica servita
Garzoli (Plr): ‘Il Puc-Peip è scritto con la Confederazione, perché ora ricorre?’
Il tutto avrebbe origine da un verdetto dei Grigioni. Matasci: messa in discussione l’attuazione, non lo strumento.
«Basta, il Cantone deve reagire». Di più: «C’è un atteggiamento da parte della Confederazione che è indicibile». Non le manda a dire Giacomo Garzoli (Plr) che, da noi sollecitato, torna sul tema dei recenti ricorsi interposti da Berna al rilascio della licenza edilizia a rustici inseriti nella parte del Puc-Peip non contestata dalla Confederazione. Ricorsi già oggetto di una sua interpellanza al governo (vedi edizione del 1° marzo). Abbiamo chiesto lumi all’avvocato Stefano Mossi, responsabile del Servizio ricorsi del Consiglio di Stato, il quale osserva che «parlando in termini generali, l’inserimento del manufatto fra quelli meritevoli di conservazione non dà al suo proprietario carta bianca, non gli consente di fare quello che vuole». Nel senso che, continua Mossi, «se l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (Are) ritiene che l’intervento, per il quale è stata rilasciata la licenza edilizia comunale, non rispetti i canoni stilistici o le peculiarità del luogo, ha facoltà di opporsi, anche se il manufatto è inserito nella parte del PucPeip non contestata dalla Confederazione». In buona sostanza, «è quindi legittimato a ricorrere contro il rilascio della licenza edilizia. Il che, sia chiaro, non vuol dire che poi il ricorso venga accolto. Questo, lo ripeto, parlando in termini generali». I ricorsi della Confederazione, ci spiega l’avvocato Leandro Matasci, capo dell’Ufficio giuridico del Dipartimento del territorio, «li abbiamo ricevuti qualche settimana fa dal Consiglio di Stato, organo competente per evaderli». Nel concreto, «l’autorità federale non mette in discussione lo strumento Puc-Peip in sé, ma la sua applicazione». E no, Garzoli non ci sta. A colloquio con ‘laRegione’, infatti, rileva come «di fatto sì, i ricorsi sono stati fatti prendendo in considerazione le norme di attuazione dicendo che sono state violate, e quindi d’accordo, in questo caso i ricorsi ci possono stare». Ma in quei ricorsi «si fa riferimento al fatto che in determinate circostanze il Puc-Peip approvato dal Gran Consiglio e non impugnato dall’Are potrebbe risultare difficile da applicare. Lo dicono chiaro e tondo che il Puc-Peip stesso diverrebbe inapplicabile!». Però siamo di fronte a un Piano di utilizzazione cantonale dei paesaggi con edifici e impianti protetti scritto «in collaborazione con la Confederazione». Quanto approvato dal Gran Consiglio, insomma, «è stato prima concordato con la Confederazione, ha avuto il suo beneplacito. È una situazione totalmente assurda, perché o la Confederazione ci ha preso in giro o non si sa più che pesci pigliare», rincara Garzoli.
Quella sentenza del Canton Grigioni
A dare il la alla faccenda è una sentenza in merito che arriva dal Canton Grigioni, per un rustico nel territorio di Arosa. L’incarto in questione, spiega Garzoli, «praticamente lascia intendere che in determinate circostanze il Puc-Peip approvato dal Gran Consiglio e non impugnato dall’Are potrebbe risultare inapplicabile». Sì, ma le situazioni, almeno all’apparenza, non sembrerebbero paragonabili. Già, «perché nei Grigioni non hanno un Puc-Peip: quindi secondo me no, non è automatico che quella sentenza possa implicare problemi per noi in Ticino». D’accordo, ma resta un punto: se una legge è scritta di concerto con la Confederazione, perché è la stessa Confederazione che qualche tempo dopo interpo-
ne dei ricorsi? «È proprio questo che preoccupa! – esclama il deputato Plr –. Il Cantone su questa cosa ha il dovere di reagire, non si possono lasciare le cose così, significherebbe dire che subiamo davvero, e ci va pure bene». Da Berna «c’è un atteggiamento che è indicibile, e d’altra parte il Cantone deve davvero dire qualcosa, non può accontentarsi di sostenere che questi ricorsi sono relativi solo a una parte che riguarda l’applicazione del Puc-Peip. C’è ovviamente qualcosa d’altro. E dobbiamo andare a fondo sulla questione».