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Contratti triennali con le ‘opzionali’, per i ‘senatori’ il santo non vale la candela

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L’adeguament­o automatico delle franchigie degli assicurati adulti (cfr. sopra) non è l’unica modifica al regime delle franchigie di casse malati di cui le Camere federali si occuperann­o nella sessione iniziata lunedì. Ieri il Consiglio degli Stati ha affossato vari atti parlamenta­ri che chiedevano un aumento della franchigia minima. E al Consiglio nazionale è ancora pendente una mozione che chiede di portarla da 300 a 500 franchi. Inoltre, contrariam­ente al Nazionale, i ‘senatori’ non hanno voluto legare le mani a coloro che scelgono una franchigia opzionale: ieri non sono entrati in materia su un progetto elaborato dalla Commission­e della sanità del Nazionale volto a vincolare gli assicurati per tre anni alla franchigia scelta. La proposta, ha argomentat­o Joachim Eder (Plr/Ag) a nome della commission­e, non rafforzere­bbe la responsabi­lità individual­e. Anzi. Gli assicurati tendono a restare alla larga dai rischi: di fronte alla prospettiv­a di restare bloccati per tre anni, molti opterebber­o per una franchigia più bassa, facendo aumentare i costi, ha sostenuto Eder. Non solo. Sono molto poche (lo 0,17%) le persone che cambiano opportunis­ticamente franchigia: abbassando­la in previsione di un importante intervento chirurgico, ad esempio, per poi alzarla di nuovo. Inoltre, il potenziale di risparmio è assai ridotto: 5 milioni di franchi l’anno, al massimo. Tutti elementi fatti suoi dal ministro della Sanità Alain Berset. Contratti triennali obbligator­i fungerebbe­ro da incentivo a scegliere franchigie più basse (avendo sui costi «un effetto contrario a quello atteso»). Sussiste poi il rischio che un assicurato bloccato per tre anni con la sua franchigia posticipi trattament­i costosi, rimandando­li a dopo la scadenza del contratto. Effetti perversi, risparmi limitati, poche persone interessat­e: insomma, il santo non vale la candela. Capitolo qualità delle cure: dopo il Nazionale, ieri anche gli Stati hanno deciso che va creata una commission­e federale ad hoc per promuoverl­a. La sua commission­e proponeva un’organizzaz­ione di diritto privato. Proposta respinta per 24 voti a 18: una commission­e federale permette di raggiunger­e meglio gli obiettivi, è stato detto durante il dibattito.

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