Un Orbán di troppo
Berlino – Il Partito popolare europeo dispone dei voti per espellere Viktor Orbán e il suo partito Fidesz dal proprio gruppo nell’Europarlamento. Purché lo voglia fare. Intervistato dal settimanale tedesco Die Welt, il presidente del Ppe Joseph Daul ha detto di avere ormai il numero di richieste indispensabile per valutare l’opzione di mettere Orbán alla porta. Aggiungendo, a proposito della campagna del premier ungherese contro Jean-Claude Junker: “C’è un limite, e Viktor Orbán lo ha già oltrepassato”. Più sfumato l’ultimatum del vicepresidente del Ppe l’austriaco Johannes Hahn: “Sono per principio sempre a favore di far aderire qualcuno e influenzarlo positivamente, invece di escluderlo – ha detto al Kurier – ma solamente fino a quando c’è la possibilità di farlo”. L’improvviso “ravvedimento” del Ppe, sinora a proprio agio con le intemerate nazionaliste e xenofobe di Orbán, ha molto a che fare con l’imminenza delle elezioni europee. E tradisce qualche residua malafede. Ne è un bell’esempio la presa di posizione del bavarese Manfred Weber (per il quale Angela Merkel è già troppo a sinistra), che lo stesso Ppe vorrebbe vedere al posto di Junker alla testa della prossima Commissione, che ha scelto un tabloid come la Bild Zeitung per “dettare” a Orbán le condizioni, “da rispettare entro un mese” se non vorrà essere messo alla porta: fermi immediatamente la campagna contro Bruxelles, si scusi coi colleghi di partito, e riapra le porte all’università di Georg Soros, indotta ad emigrare a Vienna. Non che Orbán ne sia spaventato. Sa che i suoi voti serviranno al Ppe per eleggere Weber alla Commissione. E che certi ultimatum sono tali soltanto per chi li prende sul serio.