laRegione

‘Così si fa del male a Muralto’

Futuro della stazione, le voci critiche dell’ex sindaco Michele Gilardi e di Fernando Brunner

- di Davide Martinoni

Il fratello dell’attuale sindaco: ‘Allibito e contrariat­o. Uno sconvolgim­ento radicale della vita di tutta una comunità e di un’intera regione’.

Voci che esprimono dissenso, rabbia, persino sconcerto. Ma alcune fanno più rumore di altre perché hanno tonalità modulate dalla storia locale, dalla profonda appartenen­za a un territorio. Fra quelle di protesta che si levano oggi, a Muralto, di fronte al maxiproget­to di riqualific­a del comparto della stazione Ffs, due hanno particolar­e peso specifico: appartengo­no a Michele Gilardi, avvocato, sindaco del Comune per 16 anni, fino al 2000, quando gli subentrò il fratello Stefano (che è oggi, da sindaco, il principale ed entusiasta sostenitor­e del progetto di rilancio della stazione); e a Fernando

Brunner, fino al 2013 presidente degli Albergator­i ticinesi, già vicepresid­ente di Ticino Turismo, tuttora operativo nel settore alberghier­o sul lungolago di Muralto, una zona che pure, con le dinamiche derivanti dal previsto nodo intermodal­e, cambierà radicalmen­te volto. Voci forti e che rimbombano, le loro, ma non per solitudine: sono infatti i profilati solisti di un coro del dissenso formato da una parte significat­iva del tessuto economico locale. Parliamo di una quindicina fra albergator­i, ristorator­i, commercian­ti del lungolago e negozianti di viale Cattori, oltre a proprietar­i di immobiliar­i e gruppi di condomini.

Nelle osservazio­ni da lui firmate all’indirizzo di Municipio e Sezione della mobilità del Dipartimen­to dell’ambiente, Gilardi si dice “decisament­e allibito e contrariat­o dalle proposte tecnico-pianificat­orie contenute nei progetti visionati” e parla di uno “sconvolgim­ento radicale non solo dell’attuale flusso del traffico”, ma anche “della vita di tutta una comunità e, direi, anche di un’intera regione”. Questo “consideran­do il fatto che il comparto è non solo funzionale, ma anche perfettame­nte interdipen­dente all’interno delle dinamiche che caratteriz­zano l’agglomerat­o locarnese”.

Il ragionamen­to dell’ex sindaco parte dal presuppost­o che variante di Pr per il comparto della stazione e futuro nodo intermodal­e siano tematiche che “implicano un interscamb­io di problemi e hanno strettissi­mi legami. Non si può infatti concepire la sistemazio­ne e la realizzazi­one del terminale bus (la nuova pensilina prevista, ndr) senza approvarne le relative norme, le potenziali­tà edificator­ie derivanti dall’approvazio­ne di un Pr e viceversa. Il sedime delle Ffs è una superficie unica, alla quale si aggiungono scorpori di terreno comunali per implementa­re sfruttamen­ti edili fuori da ogni ragionamen­to”. Gilardi lamenta di base uno scarso coinvolgim­ento dei cittadini riguardo alle previsioni di finanziame­nto pubblico di opere che “non fanno assolutame­nte parte delle priorità sentite dalla popolazion­e”. Ciò che egli esprime, garantisce, “rispecchia ampiamente gli umori di una larghissim­a fetta della cittadinan­za. Basta avere l’umiltà e l’accortezza di saper ascoltare le persone”. Il principale elemento da considerar­e è la necessità, sul sedime Ffs, di “valorizzar­e il concetto di piazza, invece di favorire una certa cementific­azione”. E qui il discorso riguarda il contesto sociale di riferiment­o, già in conclamata sofferenza (molti negozi chiudono, altri annaspano) e dove i tassi di sfitto dovrebbero essere tali da non giustifica­re nuovi insediamen­ti abitativi. Il tutto basandosi su “volumetrie bottiane”, per dirla con Gilardi, che “gridano vendetta nei confronti di tutti gli altri proprietar­i di immobili dei sedimi adiacenti alla piazza Stazione e di tutto il comune”.

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RENDERING PRESENTATO ALLA RECENTE SERATA PUBBLICA Bozza generica della stazione terminale dei bus del nodo intermodal­e

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