Riazzino, ‘l’intervento fu tardivo?’
Riazzino, cinque giorni di fiamme nei boschi. È successo lo scorso 31 dicembre, ma il tema torna d’attualità, Grazie a un’interrogazione al governo presentata dal deputato Bruno Storni (Ps). Il rogo, come qualcuno ricorderà, richiese 5 giorni di lavoro alle squadre antincendio sul terreno, appoggiate da numerosi elicotteri. Tra questi anche un velivolo militare. Nei giorni successivi, tuttavia, si innescarono delle polemiche legate proprio all’organizzazione dei velivoli impegnati. Per gettare acqua sul fuoco, sia il Cantone (Sezione forestale), sia le Forze aeree difesero, sui media, il loro operato (confronta ‘laRegione’ del 12 febbraio). “Purtroppo malgrado la disponibilità dell’esercito (a costo zero), non accolta dai nostri servizi cantonali e l’accordo con la possibilità di attivare un picchetto d’intervento rapido di elicotteri civili, dal momento delle prime fiamme si è dovuto attendere circa un’ora per vedere in volo il primo elicottero per spegnere l’incendio, che, nel frattempo, era già sfuggito al controllo, ma che avrebbe potuto essere spento con pochi voli se effettuati nei primi 15 o 30 minuti”. Muovendo da queste (e altre) considerazioni, Storni pone al governo tutta una serie di domande per far luce sulla tempistica dell’intervento. In particolare per sapere perché non sia stata subito sfruttata la disponibilità dei militari; il numero di velivoli impiegati; il numero di rotazioni compiute dai velivoli ad ala rotante; i pompieri di montagna mobilitati e l’ammontare dei costi di spegnimento. Infine auspica tempi di intervento più rapidi per tutelare al meglio i boschi di protezione degli abitati.