Per l’sms richiesti nuovi complementi
Il legale del Cardiocentro annuncia la volontà di presentare ulteriori istanze probatorie sul messaggio di Paolo Sanvido al comprimario
Chiederà ulteriori complementi l’avvocato Marco Bertoli, patrocinatore del Cardiocentro Ticino, dopo che il procuratore generale Andrea Pagani ha deciso, nei giorni scorsi, per il decreto d’abbandono sull’ormai nota questione dell’sms inviato dal telefonino del presidente dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc), Paolo Sanvido, al comprimario dell’Ospedale del cuore di Lugano, Giovanni Pedrazzini. Il Ministero pubblico, nel comunicare alle parti coinvolte della chiusura dell’istruzione penale, aveva annotato di non aver rilevato “elementi costitutivi del reato segnalato di tentato abuso di autorità (articolo 312 del Codice penale)”. Alle parti era stato, dunque, fissato il termine di venerdì 8 marzo per presentare eventuali istanze probatorie. Ecco che il legale ha anticipato ieri a ‘laRegione’ la volontà di inoltrare al magistrato la richiesta di nuovi e più approfonditi complementi. Ricordiamo il tenore del messaggio via cellulare “improvvido”, come definito, a titolo personale, dal presidente del Consiglio di Stato, Claudio Zali, sul cui tavolo era giunta la quantomeno delicata questione: «Ciao Giovanni, per me il primario e direttore Cct sei tu. Quando vuoi e alle tue condizioni ti offriamo il primariato Cardiologia Eoc e altro. Ti basta chiedere uomini e mezzi di cui necessiti. Con stima immutata. Paolo». Marco Bertoli aveva, infatti, scritto una lettera al governo, denunciando il comportamento di Sanvido, giudicato scorretto. Il messaggio – come riporta la posizione del Cardiocentro – sembra, infatti, essere una vera e propria offerta di lavoro, quando l’Eoc, in quanto struttura pubblica – aveva evidenziato peraltro il legale – deve sottoporre a concorso le nomine. Iniziativa del singolo o decisione condivisa? Questa una delle domande che restano ancora aperte.