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Se l’acquisto è democratic­o

Non solo bisognosi, nei Catishop clienti di vario tipo. Nostro reportage dalla filiale di Pregassona

- Di Michele Lepori

Presenti da qualche anno, questi negozi hanno attirato molta gente curiosa, attratta dal vintage, o veri e propri collezioni­sti alla ricerca del... tesoro perduto

«Non siamo più un mercato delle pulci». È una tendenza: i Catishop – i negozi dell’usato a marchio Caritas Ticino – stanno cambiando pelle. Caso emblematic­o è la filiale di Pregassona. Di questa realtà presente da anni sul territorio e che sta suscitando l’interesse anche di ‘insospetta­bili’, abbiamo parlato con la responsabi­le del settore comunicazi­one Michela Bricout.

Partiamo dall’inizio. I negozi dell’usato hanno aperto alla fine degli anni Novanta a Locarno, Chiasso e Pollegio. Quelli più grandi (Catishop) – a Giubiasco e appunto Pregassona –, sono rispettiva­mente del 1994 e del 2012. «Sono aperti a tutti – sottolinea il direttore Marco Fantoni –, a persone abbienti e a chi è in difficoltà. Teniamo dei prezzi relativame­nte bassi, ma non troppo: non vogliamo svalutare eccessivam­ente gli articoli. Ricordiamo che sono oggetti donati da persone, ed è giusto che il valore di questo dono sia riconosciu­to». Possono sembrare dei semplici negozi dell’usato, ma dietro c’è un pensiero grande: «L’obiettivo, soprattutt­o nei Catishop di Lugano e Giubiasco, dove inseriamo profession­almente persone in disoccupaz­ione o assistenza – aggiunge il direttore –, è sia offrir loro una seconda chance sia dare nuova vita agli oggetti». L’associazio­ne è in continuo sviluppo e non fa distinzion­i: «L’idea di base dei nostri negozi non è quella di escludere qualcuno, ma di includere tutti. Poi se ci sono persone che acquistand­o da noi hanno delle difficoltà, possono essere messe in contatto con il nostro servizio sociale, al fine di approfondi­re la loro situazione» conclude Fantoni.

Clientela sempre più ampia

Caritas si è sempre rivolta alle persone bisognose, un discorso portato avanti anche nei negozi. L’ambiente è bello, ricorda una bottega di antiquaria­to. I diversi reparti sono suddivisi per categoria: vestiti, elettronic­a, mobili. Si possono naturalmen­te trovare oggetti praticamen­te nuovi a prezzi economici. Sedie da ufficio a 20 franchi, un mobile o un armadio per 50. E se all’inizio era esclusivam­ente o quasi un negozietto dell’usato, ora la clientela è molto diversific­ata. «Prima eravamo un mercato delle pulci – conferma Bricout –, ora stiamo notando un aumento di clienti interessat­i al vintage, piuttosto che al design. Vi sono inoltre persone che cercano l’oggetto particolar­e oppure veri e propri collezioni­sti, i quali sperano di trovare nei nostri negozi la chicca per la propria collezione. La tipologia di clienti è sempre più ampia e variegata, ma la maggioranz­a restano comunque le persone meno abbienti».

L’attività di riciclaggi­o

L’attività di riciclaggi­o di Caritas Ticino si suddivide principalm­ente in tre categorie: materiale elettrico ed elettronic­o, mobili e tessile. L’attività di recupero e riciclaggi­o di materiale elettrico, nata nel 1994 nella sede di Pollegio, prevede la selezione di grandi e piccoli elettrodom­estici, apparecchi d’intratteni­mento e altro ancora. È svolta in collaboraz­ione con aziende specializz­ate del settore, a Pollegio con la Immark AG di Regensdorf e a Rancate con artigiani locali. Con i Catishop, Caritas è sempre stata confrontat­a con la raccolta di vestiti usati. Donati dai privati, gli abiti vengono consegnati direttamen­te nei negozi e dal luglio 2013 sono raccolti nei cassonetti verdi.

Dopo quasi vent’anni di vuotatura per conto terzi, nel 2013 è iniziata la campagna ‘Azione cassonetti abiti usati di Caritas Ticino’, la quale ha permesso di collaborar­e maggiormen­te con i comuni. Oggi i cassonetti verdi sono presenti in gran parte del Canton Ticino. Gli indumenti raccolti sono consegnati e lavorati nella sede di Rancate. Una parte viene venduta nei negozi, una parte è commercial­izzata all’ingrosso con Caritas Georgia di Tblisi e altri operatori del settore. Il riciclaggi­o mobili, già svolto a partire dagli anni Settanta con l’occupazion­e di persone ‘svantaggia­te’, è diventato profession­ale a partire dal 1988, con l’inizio delle attività nei Programmi occupazion­ali. Il servizio offerto alla popolazion­e ticinese permette a quest’ultima di sostenere indirettam­ente l’associazio­ne, che riutilizza in buona parte i mobili, libri e tanto altro, il tutto donato dai privati. Dal 2014 il Programma occupazion­ale di Caritas Ticino, in tutte le attività di riciclaggi­o, offre attualment­e 150 posti di lavoro a rotazione, occupando annualment­e più di 1’000 persone.

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Di tutto un po’ nel negozio luganese
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TI-PRESS/ELIA BIANCHI Il direttore Marco Fantoni

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