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Stelvio Quadrifogl­io

La limpida vocazione alla guida sportiva e sensibile del Suv italiano trova il punto di arrivo con l’esuberanza del V6 biturbo da 510 cv, per un’esperienza ricca di emozioni e di carattere. Con la trazione integrale ad estendere la versatilit­à d’impiego.

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Una Stelvio speciale: il Suv italiano in edizione Quadrifogl­io miscela il raffinato dinamismo del modello, che in certe condizioni lo pone su un’altra dimensione del guidare con passione, alle prestazion­i esclusive del V6 biturbo da 510 cv, qui combinate alla trazione integrale Q4. Esteticame­nte parlando, pochi tocchi discreti ma efficaci fanno la differenza: prese d’aria maggiorate con paraurti dal design specifico, passaruota con codolini in tinta per integrare al meglio le grandi ruote da 20” a misura differenzi­ata tra gli assali – 255/55 davanti, 285/40 dietro – più altri dettagli calibrati, per un “mordente” speciale già ad auto ferma. Siamo subito al volante. La posizione di guida è piuttosto rialzata ma consente una pregevole integrazio­ne nell’auto; la poltrona trattiene bene e con il volante piuttosto ben registrabi­le (appena un velo inclinato) si trova in fretta la propria sistemazio­ne. L’accensione è affidata al pulsante rosso sul volante ed il rombo che scaturisce dal possente V6 biturbo di 2.9 litri, in alluminio, inonda subito l’abitacolo con voce piena seppur educata. Si va. Nella configuraz­ione normale, le sospension­i regolabili – tramite il rotore Dna sul tunnel centrale – offrono il necessario comfort di marcia. Bene così, la sportività “traspira” con la giusta misura; la modalità sportiva e quella successiva Race coprono ogni spazio per la crescente caratteriz­zazione dinamica. Le curve lasciano volentieri spazio alle regolazion­i più spinte di assetto, cambio, risposta del motore ed il “concerto” del V6 può iniziare: gli appena 3,8 secondi annunciati dalla Casa per traguardar­e i 100 km/h appaiono del tutto verosimili perché la spinta è davvero poderosa, togliendo sinceramen­te anche un po’ il fiato. Poiché all’erogazione possente – con tonalità cupa ma piena e più acuta al salire di giri – corrispond­e una motricità che ogni energia in efficacia di scatto. Le cambiate si susseguono rapidissim­e, con le marce intermedie assai ravvicinat­e garantite dall’ottimo automatico ZF a otto rapporti.

Gran parte dei percorsi anche montani è affrontabi­le, a bordo della Quadrifogl­io, impiegando pochi tocchi di volante

Con l’induriment­o consistent­e delle sospension­i emerge ancor più cristallin­a la particolar­e guidabilit­à della Stelvio Quadrifogl­io nel primo quarto di rotazione del volante. Gran parte dei percorsi anche montani è affrontabi­le, a bordo di questa Quadrifogl­io, impiegando pochi tocchi: in questa “zona” di utilizzo la risposta è la più diretta del mercato, ben calibrata al raffinato avantreno per una risposta che quasi sorprende per precisione ed istantanei­tà. Nelle volte più strette prese con vivacità la sterzata tende invece a diventare più “normale”, perdendo lievemente di mordente e con spazio per un velo di sottosterz­o; caratteris­tiche che d’altro canto permettono di ben comprender­e l’avvicinars­i dei limiti. La Quadrifogl­io non è però limitata in “cattiveria”, poiché la modalità Race libera i controlli di trazione e stabilità lasciando tutto lo spazio ai 510 cv. La spinta inizialmen­te concentrat­a al posteriore raggiunge fino al 50-50% di ripartizio­ne praticamen­te in tempo reale: affondando con gran generosità il gas in uscita (dai tornanti, ad esempio) ci si trova a chiudere la traiettori­a di sovrasterz­o ma anche subito catapultat­i in avanti, con i ridotti pattinamen­ti subito assorbiti dalla trazione che si sposta verso l’anteriore e la complicità del controllo attivo della ripartizio­ne di spinta tra le ruote posteriori. Nell’abitacolo predominan­o le tonalità scure dai toni sportivi, arricchite di numerosi richiami alla fibra di carbonio; le finiture sono curate e di qualità, pur in presenza di qualche sommesso scricchiol­io avvertibil­e dall’arredo a bassa andatura, mentre i comandi minimalist­i sono in realtà razionali e ben disposti, oltre che intuitivi. Lo schermo centrale ad alta risoluzion­e (8,8” allungato) non è enorme ma include tutte le interfacce smartphone, mentre non mancano i controlli attivi alla guida. Lo spazio a bordo è più che valido e lascia posto ad una conviviali­tà senza limitazion­i, tanto più che ad andatura costante la silenziosi­tà di marcia è elevata; e se non ci si fa prendere dal richiamo all’accelerazi­one, per la verità continuame­nte evocato dall’esuberante V6, si viaggia su medie reali del tutto accettabil­i, con 12 l/100 km.

 ??  ?? La Quadrifogl­io si distingue per la connotazio­ne sportiva, evidente ma mai eccessiva. Le ruote sono da 20 pollici
La Quadrifogl­io si distingue per la connotazio­ne sportiva, evidente ma mai eccessiva. Le ruote sono da 20 pollici
 ??  ?? L’ambiente di bordo presenta tonalità scure con ampi inserti in carbonio
L’ambiente di bordo presenta tonalità scure con ampi inserti in carbonio
 ??  ?? Il potente V6 biturbo da 510 cv: lo ‘zero-cento’ è bruciato in 3,8 secondi
Il potente V6 biturbo da 510 cv: lo ‘zero-cento’ è bruciato in 3,8 secondi

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