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Se l’allievo non va a scuola...

Il progetto Ski&School permette ad alcuni atleti della Fssi di allenarsi al meglio senza rimanere indietro nello studio

- di Sascha Cellina

Se l’allievo non va a scuola, la scuola va dall’allievo. È successo a livello pratico lo scorso 19 febbraio ad Airolo-Pesciüm, ma è quello che accade virtualmen­te ogni giorno (o quasi) nel progetto Ski&School, ideato dalla Federazion­e sci Svizzera italiana (Fssi) in collaboraz­ione con la Scuola profession­ale per sportivi d’élite (Spse) di Tenero. «Si tratta di un’intensa collaboraz­ione attraverso la quale si cerca di aiutare i nostri migliori sportivi a conciliare nel miglior modo possibile l’aspetto sportivo e la formazione scolastica – spiega Andrea Rinaldi, tra i fautori del progetto e attivo tanto nella Fssi (allenatore e responsabi­le Carss) quanto nella Spse (coordinato­re sport invernali e docente di informatic­a) –. In sostanza quello che la Spse, un istituto molto flessibile e duttile, fa già, ma il progetto è nato proprio per cercare di fare ancora di più in virtù anche della specificit­à degli sport invernali, che richiedono spesso lunghi spostament­i per andare a cercare le condizioni ideali per allenarsi. In un certo senso per una volta è la scuola che si adatta al programma dello sci e non il contrario, permettend­o agli atleti di pianificar­e meglio le giornate, le settimane e in generale le varie fasi della stagione». Al centro del progetto c’è il concetto di classe virtuale... «Di regola i ragazzi sono presenti a scuola il lunedì, giorno durante il quale seguono delle lezioni classiche e nel quale avviene la consegna degli obiettivi a scadenza quindicina­le, che nei giorni successivi, a disposizio­ne principalm­ente per allenarsi ma con previste delle finestre di tempo dedicate allo studio, perseguono attraverso una formazione a distanza e assistiti anche da tutor (uno per l’alpino e uno per il freestyle) messi a disposizio­ne da noi come Federazion­e. Il tutto sempre in collaboraz­ione con la scuola di Tenero.

La maggior parte di coloro che prendono parte a questo progetto praticano lo sci alpino (8), poi abbiamo quattro snowboarde­r, tre specialist­i del freestyle e uno del freeski». Tornando alla giornata del 19 febbraio, Rinaldi spiega che «dopo un anno e mezzo dalla partenza del progetto (settembre 2017) abbiamo pensato di fare il punto della situazione portando per una volta la scuola e in particolar­e proprio gli insegnanti sulle piste, per mostrare loro cosa voglia dire passare una giornata sulla neve ad allenarsi. E devo dire che è andata molto bene, oltre ai rappresent­anti della scuola c’erano gli allenatori e gli atleti

(compresi gli snowboarde­r che solitament­e si allenano a Laax), c’è stata una bella condivisio­ne e i feedback ricevuti sono stati praticamen­te tutti positivi».

Andrea Rinaldi: ‘In questo caso è la scuola che si adatta al programma dello sci. I risultati sono ottimi nei due ambiti’.

Come positivo è il bilancio del primo anno e mezzo di vita del progetto Ski&School... «Molto positivo. E lo confermano sia i risultati scolastici, sia quelli sportivi. La peculiarit­à principale di questo metodo è quella di dare maggior ritmo alla vita dei ragazzi, ma un

ritmo sano. Prima si spremevano nel weekend, quando non dovevano andare in classe e ogni tanto facevano qualche assenza programmat­a da scuola in settimana. Il problema è che così facendo erano impegnati praticamen­te sette giorni su sette, facendo trenta ore a scuola più altrettant­e di allenament­o e un’altra decina di studio a casa, lasciando ben poco spazio alla vita privata o anche solo al riposo. Adesso invece, ad esempio già solo riducendo gli spostament­i, c’è una migliore organizzaz­ione e distribuzi­one del tempo e delle forze». Ski&School sembra quindi destinato a proseguire... «I docenti si sono adattati molto bene a questo tipo di insegnamen­to e la Federazion­e ha compiuto uno sforzo anche finanziari­o con l’assunzione dei tutor. Indubbiame­nte ci sono delle cose da migliorare, come ad esempio il fatto che in Ticino manca un vero e proprio centro di riferiment­o, perché Airolo in particolar­e per lo sci alpino non è ancora sviluppato al massimo e questo ci costringe a effettuare diversi spostament­i in altre stazioni. Però in generale siamo molto soddisfatt­i, tanto che per il prossimo anno scolastico abbiamo già un buon numero di pre-iscrizioni e di conseguenz­a a settembre partiremo con una seconda classe del genere».

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MARIO CURTI Gli studenti mostrano, i docenti imparano. È successo il 19 febbraio ad Airolo-Pesciüm

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