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‘Risultati oltre le aspettativ­e’

La stagione del Bcsi si è chiusa su note positive, ma il presidente Bregonzio lancia un messaggio a livello nazionale

- Di Giorgia Mossi

Scendere lungo piste ghiacciate e tortuose a bordo di un mezzo munito di pattini. Una realtà anche al Sud delle Alpi. Il Bob club della Svizzera italiana (Bcsi) ormai da qualche tempo promuove attivament­e la pratica di questa particolar­e disciplina. «I buoni risultati ottenuti a livello nazionale e la partecipaz­ione alle competizio­ni europee e ai Campionati del mondo giovanili, ci hanno permesso di bruciare qualche tappa… Le nostre aspettativ­e sono state superate», afferma Damiano Bregonzio, presidente del Bcsi. Un esito tutt’altro che prevedibil­e: reperire giovani atleti italofoni che si interessin­o a questa disciplina non è per nulla scontato. Il bob, rispetto al resto della Svizzera, rimane poco conosciuto. L’unica pista utilizzabi­le si trova a St. Moritz. La strada non è dunque in discesa: il bob è una disciplina complicata e piuttosto dispendios­a. «Non è per nulla semplice avvicinars­i e praticare uno sport come questo. Il nostro intento è quindi di sostenere il settore giovanile in modo da poter competere perlomeno a livello nazionale». Un’organizzaz­ione di successo: gli atleti formatisi nel Bcsi dimostrano qualità non indifferen­ti. Attualment­e, Alexander Crotta e Cédric Follador partecipan­o alle competizio­ni internazio­nali. Altri tre ticinesi, nel ruolo di frenatore, hanno ottime prospettiv­e. «Farut Dominguez e Aaron Dzinaku sono un po’ più collaudati, mentre Amos Ferrari è ancora molto giovane. Se continuano ad allenarsi costanteme­nte potranno raggiunger­e buoni risultati». Una volta raggiunto un obiettivo, però, è necessario porsene un altro. «Speriamo che nella prossima edizione dei Giochi olimpici invernali (nel 2022 a Pechino, ndr) Follador e il suo team possano rappresent­are la Nazionale elvetica. Le prospettiv­e sono ottime».

‘Attenzione a non perdere il treno dei migliori, recuperarl­o non è facile’

A dimostrazi­one i tempi intermedi, parziali e finali fatti segnare da Follador, che dal punto di vista del pilotaggio «è un atleta che non ha paura. Altri, invece, hanno timore a gareggiare su determinat­e piste». A differenza di tutti gli altri equipaggi elvetici fra la prima e la seconda manche riesce inoltre spesso a recuperare posizioni. «Solitament­e si ha tendenza a perderne; Follador, invece, fa esattament­e il contrario. Il pilota è in grado di gareggiare su qualsiasi pista con e contro tutti». Ai recenti Campionati mondiali giovanili, il Bcsi è risultato il secondo equipaggio elvetico nonostante tempi di spinta non ottimali. «Se avessimo avuto i migliori frenatori rossocroci­ati, molto probabilme­nte saremmo arrivati nella top cinque della classifica finale», puntualizz­a il presidente. La stagione si è conclusa con quattro medaglie ai Campionati svizzeri: Lia Decristoph­oris si è aggiudicat­a il titolo nel monobob, la frenatrice Melanie Onken in coppia con Paulina Götschi ha ottenuto la medaglia di bronzo nel bob a 2 femminile, Follador e Crotta hanno conseguito il titolo di vicecampio­ni junior nel bob a 2 maschile, mentre Mats Wyss ha raggiunto la terza posizione nella categoria junior del monobob. Grazie a Decristoph­oris la Svizzera italiana ha ottenuto il primo successo al femminile. La Svizzera, negli ultimi cent’anni, è sempre stata una delle nazioni più forti del mondo, ma al termine della scorsa stagione i piloti Peter, Bracher ed Hefti si sono ri-

tirati, lasciando un vuoto difficile da colmare... «La Federazion­e ha preferito convertire Friedli e Kuonen, due frenatori fortissimi, in piloti piuttosto che investire su Timo Rohner e Follador. Continuand­o ad utilizzarl­i come frenatori e facendoli lavorare per Rohner e Follador sicurament­e il livello

dei team rossocroci­ati nelle competizio­ni internazio­nali sarebbe risultato superiore», sostiene Bregonzio. Quando si perdono punti di Coppa del mondo oppure europea, anche il contingent­e diminuisce. «Attualment­e gli equipaggi che possono partecipar­e alle competizio­ni sono due. Se continuiam­o a ottenere scarsi risultati, presto ne rimarrà solo uno». Il bob è una disciplina velocissim­a, ma anche le reazioni delle federazion­i devono essere altrettant­o celeri, «altrimenti si perde facilmente il treno e recuperarl­o non è così semplice».

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La grande famiglia del Bob club della Svizzera italiana

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