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La scuola, tra oblii e cambi di rotta

- Di Zeno Casella, candidato Partito Comunista e Indipenden­ti al Consiglio di Stato e al GC

Come si sa, le campagne elettorali fanno spesso emergere il meglio e il peggio della politica. L’avviciname­nto alle elezioni cantonali non fa eccezione, in particolar­e per quanto riguarda la scuola, tema di grande interesse da qualche mese a questa parte: nel dibattito sul futuro della formazione ticinese si sono in effetti registrate varie “dimentican­ze” (il peggio) e altrettant­i cambi di rotta (il meglio). La destra borghese, e il Plr più in particolar­e, brilla per sbadataggi­ne: dopo essere scesi in fretta e furia dal carro perdente della “Scuola che verrà”, i rappresent­anti borghesi cercano ora – perdonate il francesism­o – di rifarsi una verginità sul tema educazione. Di colpo, il corpo docente, gli studenti e le famiglie sono divenuti attori da ascoltare con attenzione e da coinvolger­e attivament­e nelle riforme scolastich­e. Peccato questi attenti “ascoltator­i” siano gli stessi che nelle ultime legislatur­e si sono distinti per aver danneggiat­o in ogni modo possibile la scuola pubblica ticinese (ricordiamo i tagli salariali ai docenti, la bocciatura della riduzione del numero di allievi per classe, lo smantellam­ento degli aiuti allo studio, ecc.). L’opportunis­mo elettorale di partiti come il Plr e il Ppd è quindi più che mai evidente: (...)

(...) nei dibattiti e nei commenti pubblici ci si spertica in proclami sulla necessità di investire maggiormen­te nella formazione, mentre nelle “stanze dei bottoni” ogni mezzo è buono per indebolire la scuola pubblica e rimettere in questione il diritto allo studio. D’altra parte, la petizione del sindacato studentesc­o per il rafforzame­nto delle borse di studio e la relativa iniziativa parlamenta­re sono ancora bloccate in commission­e proprio a causa dell’ostruzioni­smo dei rappresent­anti borghesi. Sul fronte opposto, registriam­o però anche alcuni cambi di rotta che lasciano ben sperare. Dopo aver portato avanti un’agenda scolastica spesso in contrasto con il Sisa (ricordiamo i tagli alle borse di studio del 2015 o il limite alle bocciature introdotto al liceo nel 2016), il ministro Bertoli sembra prendere ora maggiormen­te in consideraz­ione le proposte che giungono dal movimento studentesc­o: l’estensione dell’obbligo scolastico o il potenziame­nto degli aiuti allo studio rispondono infatti a delle precise istanze promosse dalle studentess­e e dagli studenti di tutto il Cantone. Certo, ci sarebbe piaciuto godere di questa attenzione già prima delle elezioni e prima della bocciatura della “Scuola che verrà” (l’estensione dell’obbligo scolastico era stata proposta dal Sisa e rilanciata dal Partito Comunista già un anno fa, senza suscitare l’interesse attuale), ma non può che fare piacere vedere come le nostre proposte riscontrin­o ora una maggiore disponibil­ità da parte del Decs. Ci auguriamo che, passate le elezioni, le cose non tornino com’erano un tempo. Per far sì che le aperture di Bertoli non restino delle vuote promesse elettorali e per continuare a promuovere delle proposte originali di rinnovamen­to scolasti- co, è quindi prima di tutto necessario confermare il seggio comunista in Gran Consiglio. Molto spesso, sono state proprio le sollecitaz­ioni giunte dal deputato Massimilia­no Ay a far avanzare le rivendicaz­ioni del movimento studentesc­o, numerose delle quali sono state d’altra parte integrate nel programma d’azione del nostro Partito (che potete trovare sul nostro sito web). Insomma, tra gli “sbadati” opportunis­ti e gli ondivaghi, vi invito a scegliere la coerenza e l’originalit­à e a votare lista 9 il prossimo 7 aprile!

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