laRegione

Risposte globali alla migrazione

- Di Claudia Crivelli Barella, candidata I Verdi al Consiglio di Stato e al GC

Il nostro modo di vivere, non compatibil­e con la biosfera, non è l’unica alternativ­a alle privazioni del modo di vivere dei migranti. Possiamo immaginare un mondo diverso dal nostro e da quello di chi deve fuggire dalla propria terra, per responsabi­lità delle quali non possiamo crederci del tutto assolti: una società in cui la tecnologia sia finalizzat­a a ridurre l’impronta ecologica e non ad aumentare la produttivi­tà; in cui il benessere s’identifich­i con la possibilit­à di garantire a tutti di far fruttare i propri talenti. L’immigrazio­ne suscita in noi paure legittime, fondate su dubbi comprensib­ili da un punto di vista umano. Ma le paure non devono determinar­e le nostre risposte, compromett­endo il rispetto e la generosità. L’obbiettivo di alcuno fomentator­i di paure è quello di rappresent­are il migrante come un pericolo e un potenziale criminale, una persona da respingere. Azioni favorite dal vuoto o dalla debolezza legislativ­a: un trattato come quello di Dublino va contro ogni principio di condivisio­ne e correspons­abilità, e da accordi internazio­nali che appaltano la “gestione” dei migranti a dittature repressive come la Turchia o Stati in mano a bande armate e gruppi criminali come la Libia. Azioni infamanti di cui l’Europa, culla (...)

(...) dei diritti umani e della democrazia, dovrà un giorno rendere conto. È fondamenta­le, a fronte di tale emorragia di umanità, denunciare le violenze e le ipocrisie. Non si tratta di essere “buonisti”, ma di esercitare la ragione e l’analisi onesta delle cose, quindi proporre misure che tengano conto della realtà e non la occultino sotto la grancassa degli slogan. L’immigrato non è il “nemico”, semmai la vittima. Le migrazioni ci sono sempre state, fanno parte della storia dell’umanità. Il corso della storia non lo si può fermare, ma lo si può certo governare. E governare significa cominciare a ridurre le disuguagli­anze e le ingiustizi­e, gli squilibri sociali e climatici, facendo in modo che ogni persona, a ogni latitudine, possa vivere una vita libera e dignitosa. Per governare fenomeni globali occorrono risposte globali, con buona pace della retorica “sovranista” e delle sue allarmanti derive nazionalis­te, fasciste e razziste. C’è chi afferma che questa risposta globale sia un’utopia dettata appunto dal “buonismo”. Nessuno di noi, nel momento in cui è venuto al mondo, sarebbe sopravviss­uto se non fosse stato accolto: l’accoglienz­a è vita che sorregge la vita.

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Le opinioni dei candidati al Gran Consiglio (in esclusiva, 3mila battute) su www.laregione.ch/dibattito-elettorale

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Oggi: Damiana Chiesa Girola (Ps), Stefano Araújo (Partito Comunista)

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