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‘La Nhl? Per ora c’è solo l’Ambrì’

Venticinqu­e reti e 32 assist in 50 partite: sono i numeri impression­anti di Dominik Kubalik, topscorer della stagione

- Di Kurt Wechsler

Incoronato re dei topscorer a Berna, Kubalik ha la testa ai playoff. ‘Alla fine vedremo dove saremo arrivati’. Mentre Reto Suri aspetta il Lugano: ‘Ma non sarà un duello tra me e Hofmann’.

Da lunedì sera è ufficiale: con 53 punti, Dominik Kubalik è il nuovo topscorer del campionato svizzero. Una bella soddisfazi­one... «Sì, è stata davvero una bella regular season, e non posso che esserne contento – spiega l’attaccante ceco dell’Ambrì, incoronato ieri pomeriggio a Berna nella tradiziona­le cerimonia di premiazion­e degli attaccanti più prolifici del campionato –. Ma non è ancora finita: sono pronto a continuare, a vivere l’avventura dei playoff».

Dall’America la conferma: a Chicago per l’ala ceca è pronto un contratto two-ways entry level

Tutto cominciò un anno e mezzo fa, dopo che arrivasti in Ticino da Pilsen, dov’eri finito in prestito a conclusion­e di un accordo infelice con l’Ufa, in Khl: cosa ricordi di quel periodo? «Fu un’esperienza nuova per me. Ero felice di aver firmato un contratto biennale in Russia, in una stagione in cui c’erano i Giochi Olimpici, e io in Corea volevo esserci. Quand’ero a Ufa, giocavo poco poco, e il ghiaccio mi mancava. A quel punto il mio agente si è guardato intorno, ma c’erano poche squadre che mi avrebbero preso all’ultimo, prima dell’inizio della stagione, e una di quelle era l’Ambrì. Così ho deciso di trasferirm­i in Ticino, e da lì in poi le cose sono state abbastanza facili». C’era davvero così poco interesse nei tuoi confronti? «Si era fatta avanti un’altra squadra della Khl, ma io non volevo rimanere in Russia. E siccome per me la Lega svizzera è una delle migliori d’Europa, non vedevo l’ora di vivere quell’esperienza». Ambrì anziché Ufa: un buon accordo? E in termini di vita privata? «Sono molto felice qui, mi piace molto. La Svizzera è bella, e qui tutto funziona molto bene. In un certo senso sono innamorato di questo Paese». E la tua ragazza (Klara, ndr)? Anche lei è contenta di stare in Ticino? «Lei è una donna intelligen­te: sa cosa significhi vivere con un giocatore di hockey. Mostra molta consideraz­ione e siamo felici insieme; e non ci sono problemi. Le piace molto qui, e si sente a suo agio». Imbattersi in un giovane talento con potenziale Nhl che decide di trasferirs­i in Svizzera, in una squadra oltretutto che non è tra le favorite, è cosa più unica che rara... «Forse è così, ma io non la vedo in quel modo. Sono solo un giocatore che ha avuto la possibilit­à di giocare da voi e io l’ho voluta sfruttare, cercando di offrire il miglior hockey possibile per il bene della squadra. Come ho detto, qui mi piace molto e credo che tutto ciò che stiamo assaporand­o in questa stagione sia uno dei motivi per cui giochiamo così bene».

Intanto i tuoi diritti Nhl dopo Natale sono stati passati dai Kings ai Blackhawks. Tu come l’hai presa? «Da Chicago mi hanno chiamato dicendomi che avevano scambiato i miei diritti con Los Angeles (in cambio della quinta scelta al Draft di fine giugno). A quel punto ne ho discusso con il mio agente. È così che l’ho saputo».

Quindi andrai in Nord America l’anno prossimo? «Non lo so ancora, non ho ancora firmato nulla. Adesso per me è importante mantenere la concentraz­ione su questa stagione e fare ciò che devo fare ad Ambrì. Alla Nhl per ora non penso minimament­e: vivo solo nel presente, e poi vedremo cosa succederà a campionato finito». Dal canto suo, Barry Smith, già coach del Lugano e ora responsabi­le del reclutamen­to giocatori ai Chicago Blackhawks, dice che per lui Kubalik è pronto per il gran salto, e che a fine stagione gli verrà offerto un contratto triennale two-way, entry level.

‘Pochi club erano disposti a prendermi all’ultimo momento, e l’Ambrì Piotta era uno di questi’

Ma prima di pensare al Nord America, c’è ancora un campionato da chiudere. E che sinora ha riservato molte soddisfazi­oni, a Kubalik e all’Ambrì Piotta: «Sì, è fantastico: ci divertiamo, anche dopo aver vinto le partite, e pure i tifosi si divertono molto. Non voglio dire che è una stagione perfetta, perché non è ancora finita. Per adesso è buona, ma ci sono ancora delle partite da giocare: vedremo alla fine fin dove saremo arrivati».

In cosa Dominik Kubalik può ancora crescere? «Sicurament­e nella zona difensiva c’è ancora molto da migliorare, questa è una parte importante in cui devo crescere. Poi il gioco senza disco: devo riuscire ad avere ancor più velocità, e devo saperla sfruttare meglio. Sono queste le cose su cui mi sto concentran­do».

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KEYSTONE Con il Ceo di Postfinanc­e Hansruedi Koen e l’assegno da 17mila franchi per il settore giovanile

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