laRegione

Nomina pp e giudici Commission­e giustizia in arrivo

Elezione magistrati: da maggio sarà operativa la commission­e parlamenta­re Giustizia e diritti Agustoni: sarà fondamenta­le proporre per la nomina un’unica candidatur­a, idonea

- Di Andrea Manna

Si chiama Giustizia e diritti. È una delle nuove commission­i del parlamento cantonale che vedranno la luce il prossimo 1° maggio, quando verrà posta in vigore la riformata legge sul Gran Consiglio uscita da Palazzo delle Orsoline lo scorso aprile. Tra i compiti della Commission­e giustizia e diritti quello di occuparsi della procedura di elezione dei magistrati. In altre parole, sarà chiamata a pubblicare il bando di concorso (cosa finora di competenza dell’Ufficio presidenzi­ale del parlamento) e a formulare – tenendo conto del preavviso della Commission­e di esperti sull’idoneità dei candidati, e meglio sulla loro preparazio­ne scientific­a – delle proposte di elezione all’indirizzo del plenum del Gran Consiglio, cui spetta la nomina di giudici e procurator­i. «È un cambiament­o rilevante, ispirato dal modello adottato dall’assemblea federale, che si spera possa portare ordine nell’iter delle nomine affinché godano del più ampio consenso possibile e pertanto di un’ampia legittimaz­ione, data l’importanza della carica: l’auspicio è che un magistrato non venga per esempio eletto al secondo turno, quindi con la maggioranz­a relativa, da poco più di un terzo dei novanta deputati, come è già capitato e non una volta sola», afferma il capogruppo dei popolari democratic­i Maurizio Agustoni, autore del rapporto, sottoscrit­to nel novembre 2017 dalla maggioranz­a del Gran Consiglio, sui correttivi da apportare al vigente sistema di reclutamen­to delle toghe. Fra i quali l’introduzio­ne appunto della Commission­e giustizia, come peraltro chiedeva da tempo la socialista Pelin Kandemir Bordoli. L’obiettivo è duplice: assicurare anzitutto al Palazzo di giustizia magistrati capaci, evitare che la designazio­ne di un pp o di un giudice mandi ancora in fibrillazi­one (alcuni) partiti e (alcuni) candidati. Con i primi che un giorno lamentano l’applicazio­ne del Manuale Cencelli e un altro di fatto lo invocano. E con i secondi che pur di farsi eleggere arrivano anche a sollecitar­e l’appoggio di un partito distante anni luce dal proprio orientamen­to politico.

Agustoni, è fiducioso nel cambiament­o?

Sì, d’altronde le modalità che hanno caratteriz­zato le ultime elezioni, prima e durante il voto in parlamento, hanno scontentat­o un po’ tutti. L’istituzion­e della Commission­e giustizia è in questo momento lo strumento giusto per scongiurar­e certe derive. Ne sono convinto.

E questa convinzion­e su quali elementi si basa?

Ne cito un paio. Tutti i gruppi parlamenta­ri saranno rappresent­ati in questa commission­e e ciò li responsabi­lizzerà maggiormen­te. Inoltre, il Gran Consiglio non disporrà più di una sola valutazion­e, che oggi è il parere della Commission­e di esperti sull’idoneità del candidato a ricoprire la carica di magistrato: un parere tecnico, che considera l’esperienza in ambito giuridico e la produzione scientific­a dell’aspirante procurator­e o giudice. Un parere prezioso, ma che proprio per la sua natura tecnica non è conclusivo quando ci sono più candidati con la medesima valutazion­e. La Commission­e giustizia vaglierà e discuterà i rapporti degli esperti, sentirà eventualme­nte i candidati che i periti hanno già ascoltato e stilerà a sua volta un rapporto. Non solo. Occupandos­i anche dell’esame sia dei messaggi governativ­i riguardant­i l’organizzaz­ione giudiziari­a sia delle relazioni del Consiglio della magistratu­ra sull’andamento del settore, avrà una visione globale della giustizia ticinese. Cosa che le consentirà di fare una valutazion­e complessiv­a al momento di proporre al plenum del parlamento l’elezione di questo o quel magistrato.

Concretame­nte?

Oltre al parere degli esperti sull’idoneità, la Commission­e giustizia valuterà altri criteri. Come l’equilibrio di genere nell’ufficio giudiziari­o, l’età del candidato, la sua provenienz­a regionale. E pure la sua sensibilit­à politica, affinché anche in magistratu­ra ci sia una pluralità di visioni della società. Chiarament­e potranno – e dovranno – continuare ad accedere alla magistratu­ra anche i candidati ‘indipenden­ti’: se si ha a cuore il buon funziona- mento del potere giudiziari­o, sarebbe davvero controprod­ucente rinunciare a un valido magistrato solo perché la sua candidatur­a non è riconducib­ile a un partito. È in ogni caso fondamenta­le, se vogliamo che l’esercizio riesca, che all’interno della Commission­e giustizia ci siano trasparenz­a e correttezz­a. E che questa commission­e e gli esperti convergano alla fine su un unico candidato, ritenuto comunque idoneo dai periti, da proporre al Gran Consiglio per la nomina. Assessment degli aspiranti magistrati: il tema è stato archiviato?

Direi di no. Approfitta­ndo del rinnovo dei tre quinti della Commission­e di esperti (Aldo Borella, Marco Borghi e Spartaco Chiesa non sollecitan­o un ulteriore mandato, ndr), il parlamento del dopo 7 aprile potrebbe valutare se inserire nel quintetto dei periti una persona che sappia verificare le capacità attitudina­li dei candidati, come ad esempio la resistenza allo stress.

 ??  ?? Non ci saranno solo i cinque esperti
Non ci saranno solo i cinque esperti

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland