Sulle Arp si decida ‘entro la fine del 2019’
“Basta tergiversare con la riorganizzazione delle Autorità regionali di protezione, si decida entro l’anno!”. L’Associazione genitori non affidatari (Agna) prende carta e penna e, dopo aver già tematizzato più volte la questione (cfr. edizione del 28 febbraio) scrive direttamente all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, inoltrando una proposta di risoluzione da indirizzare al Consiglio di Stato. Questo perché, per l’Agna, “è tempo che le istituzioni per la protezione degli adulti e dei minori agiscano nel rispetto dei cittadini, in particolare dei bambini”. La risoluzione chiede che “nel gruppo di progetto che si occuperà della riorganizzazione del settore Arp recentemente istituito dal Consiglio di Stato, vengano nominati anche rappresentanti delle associazioni civili attive nell’ambito della protezione che, vantando anni di esperienza sul territorio, possono validamente contribuire a rendere ottimale l’organizzazione delle autorità di protezione”. Sì, ma non solo. A questo gruppo di progetto deve “essere data priorità assoluta” e che la sua proposta finale “venga avallata dal Consiglio di Stato, con relativo messaggio all’indirizzo del parlamento, entro la fine di settembre 2019”. Più volte è stato detto, dall’Agna come da altre associazioni, che “non c’è più tempo da perdere”. E quindi la questione dei termini si fa fondamentale, dato che l’ultimo punto della risoluzione chiede “che le commissioni licenzino i loro rapporti per permettere al Gran Consiglio di dibattere e decidere entro l’ultima sessione parlamentare del 2019”. Insomma, questa riorganizzazione si fa sempre più “urgente e improrogabile”, perché “le decisioni (o le non decisioni) delle Arp incidono in modo importante nel quotidiano degli interessati, in particolare in quello dei bambini nelle cause di separazione o divorzio. Un tema che riguarda un terzo degli adulti e, loro malgrado, un terzo dei bambini”. All’urgenza, però, si accompagna con forza il tema della collaborazione. Secondo l’Agna, “sedersi tutti allo stesso tavolo è l’unica via per riuscire a elaborare un progetto di riorganizzazione delle autorità di protezione efficace, efficiente e condiviso”. E per questo, “le associazioni vanno coinvolte a ogni livello”.