Il mito dell’emergenza
Bruxelles – L’emergenza migratoria è finita e continuare ad agitarla come argomento di propaganda è mera disinformazione. Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione europea, ha detto ieri che nell’Unione rimangono gravi problemi strutturali – dalla riforma del regolamento di Dublino, alla riforma dell’Asilo europeo – ma che non si può più parlare di emergenza. Tanto che per la prima volta da anni il dossier migranti (almeno per il momento) non figura nell’agenda del vertice dei capi di governo Ue del 21 e 22 marzo. L’anno scorso, secondo i dati forniti dall’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), i migranti giunti in Europa dopo avere attraversato il Mediterraneo sono stati 116’647, un calo dell’89% rispetto al 2015.
Un calo non nuovo, ma che è servito a Timmermans per derubricare a “mito infondato” la presunta invasione via barconi, ma anche per polemizzare con il governo ungherese che ancora di recente ha accusato la Commissione di prestarsi ai disegni di “sostituzione etnica” del Grande Satana George Soros. La Commissione ha dovuto comunque ammettere i gravissimi problemi ancora irrisolti in Grecia (peraltro accusata di cattiva gestione dall’Ue), dove almeno quattromila persone sono ancora trattenute in campi sovraffollati e in pessime condizioni igienico-sanitarie sull’isola di Samos.
Oggi al Consiglio dei ministri dell’Interno sarà in discussione l’avanzamento della riforma dell’Asilo. Sul tema persiste un blocco di minoranza (ne fanno parte anche Italia, Spagna e Grecia) che impedisce lo spacchettamento del dossier e una possibile adozione di almeno alcune delle sette proposte legislative che lo compongono, prima delle elezioni europee. Che sia questa l’emergenza?