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Una Guerra Fredda nelle acque più gelide

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Mosca – La Guerra Fredda si sposta al Polo Nord. La Russia ha deciso di blindare le regioni artiche, dove da anni sta rafforzand­o i propri insediamen­ti civili e militari, introducen­do nuove regole per l’accesso alla Northern Sea Route, il passaggio a nord-est il cui controllo Mosca non intende condivider­e con nessuno. Stando al quotidiano Izvestia, le navi militari straniere dovranno notificare alla Russia (con 45 giorni di anticipo) l’intenzione di passare lo stretto di Bering e avventurar­si nell’Oceano artico. La richiesta andrà corredata da minuziose informazio­ni come il nome della nave, lo scopo del viaggio, la rotta, i tempi di navigazion­e nonché la lunghezza, la larghezza, il tonnellagg­io, nome e grado del capitano.

Non solo. Le navi dovranno necessaria­mente essere condotte da piloti russi. Infine Mosca si riserva il diritto di negare l’accesso alla rotta artica e nel caso di passaggi non autorizzat­i – secondo le fonti citate da Izvestia – potrà sequestrar­e o persino “neutralizz­are” le imbarcazio­ni non autorizzat­e. Da tempo (forse da sempre), la Russia considera le regioni artiche come propria “ultima frontiera”; e il passaggio non autorizzat­o l’anno scorso della nave francese Ron era stato interpreta­to come un affronto. Dato il clima attuale, ha commentato il vicepresid­ente della commission­e Affari Esteri della Duma, Alexey Chep, il controllo della rotta di nord-est è necessario.

“La Nato e gli Stati Uniti potrebbero tentare di accendere un altro focolaio di tensione ai nostri confini”, ha commentato l’esperto militare Vladislav Shurygin, rilevando che Stati Uniti e Canada, oltre a diversi Stati europei e ora persino la Cina reclamano l’accesso alla rotta artica.

Uno scenario facilmente spiegabile, ha considerat­o il senatore Franz Klintsevic­h, secondo il quale la nuova rotta (grazie allo scioglimen­to dei ghiacci) potrebbe intercetta­re la metà del traffico delle merci scambiate fra Asia ed Europa, un business dal valore pari “a centinaia di miliardi di dollari”.

Gli Usa, nel doppio ruolo di potenza artica e commercial­e, punterebbe­ro dunque a impedire il monopolio russo. Mosca però, sulla base di vari trattati internazio­nali nonché della convenzion­e Onu sulle leggi marittime del 1982, reclama per sé il diritto di regolare quelle acque, persino oltre i limiti territoria­li. Il nuovo fronte è dunque pronto ad aprirsi. Anche perché l’artico è ricco di riserve di idrocarbur­i e Mosca, attraverso Novatek, sta già diventando un attore di primo piano nel mercato del gas naturale liquefatto, prodotto proprio oltre il circolo polare artico.

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