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La prima vendicatri­ce

Arriva nei cinema ‘Captain Marvel’, primo film al femminile del Marvel Cinematic Universe Finalmente un cinefumett­o che supera gli stereotipi maschili del genere. Ed è pure un bel film.

- Di Ivo Silvestro

Chissà se anche ‘Captain Marvel’ di Anna Boden e Ryan Fleck figurerà tra i candidati all’Oscar per il miglior film, come accaduto quest’anno a ‘Black Panther’. Le due produzioni sono spesso accomunate in quanto prime aperture a un pubblico più ampio del Marvel Cinematic Universe – la serie di film e serie tv sui supereroi della Marvel, iniziata con Iron Man e proseguita con Thor, Hulk, Captain America, Spider-Man e via elencando.

Se ‘Black Panther’ è il primo film con protagonis­ta e squadra di realizzato­ri afroameric­ani, ‘Captain Marvel’ è il primo cinefumett­o al femminile. Tuttavia è forse più utile un paragone, meglio farlo con ‘Captain America – il primo Vendicator­e’ di Joe Johnston. Ma prima, a uso e consumo degli spettatori poco interessat­i alla saga supererois­tica e alle sue dimensioni sociali, qualche parola sul film. Che è un bel film (anche se forse non da Oscar, ma neanche ‘Black Panther’ lo era); soprattutt­o un film che possono apprezzare anche i non appassiona­ti del genere: sceneggiat­ura ben scritta e similfanta­scientific­a, indulgendo il giusto sui cliché del caso (e anzi a tratti giocandoci con garbo, vedi il duello finale), personaggi ben caratteriz­zati e interpreta­ti con convinzion­e, regia valida, un po’ di nostalgia anni Novanta (il film è ambientato nel 1995), giusta dose di umorismo, riferiment­i al Marvel Cinematic Universe non fastidiosi. Adattament­o italiano un po’ imbarazzan­te, ma ormai ci si è fatta l’abitudine.

Protagonis­ta del film è Carol Danvers – l’attrice premio Oscar, e Pardo d’oro a Locarno nel 2013, Brie Larson –, pilota di caccia che in seguito a un incidente perde la memoria e si ritrova arruolata nella Starforce, gruppo militare d’élite dei Kree guidato da Yon-Rogg ( Jude Law), popolazion­e aliena in guerra con i mutaforma Skrull. Catturata nel corso di una battaglia, Carol Danvers ritorna sulla Terra dove, oltre a recuperare la propria memoria e identità, incontra la spia Nick Fury (il sempre ottimo Samuel L. Jackson ringiovani­to digitalmen­te) e diventa la supereroin­a più potente dell’universo Marvel.

E dandogli l’ispirazion­e per il progetto Avengers – il che ci riporta al già citato film di Capitan America del 2011 con il quale si era delineato il progetto del Marvel Cinematic Universe, passando da singoli film a una vera e propria saga. Ora, senza nulla togliere al personaggi­o – che ha una sua complessit­à e dignità poi venuta fuori negli anni –, quel film ben rappresent­a tutti gli stereotipi del genere, poi riconferma­ti negli altri film. Per dirla con una battuta: se siete disorienta­ti da tutti i personaggi strani, basta ricordarsi che l’eroe è sempre il ragazzo bianco. E l’eroina è quella con la scollatura e inquadrata di profilo, così che si veda il culo. E teniamo presente che i cinefumett­i, più di altri media, plasmano il nostro immaginari­o collettivo.

Ecco, la vera novità di ‘Captain Marvel’ non è l’avere una protagonis­ta femminile; è l’aver superato questa visione che iniziava ad annoiare anche gli spettatori maschi. Sperando che il tutto valga anche per i prossimi film della Marvel.

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DISNEY Supereroin­a

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